Usa 2012. La corsa alla nomination repubblicana
Sono rimasti in nove, negli Stati Uniti, a contendersi la nomination del Partito repubblicano per le elezioni presidenziali del 2012. Tutti scommettono su Newt Gingrich, ex speaker della Camera, o Mitt Romney, ex governatore mormone del Massachussetts. In salita anche le quotazioni del deputato libertario del Texas Ron Paul. A seguire Rick Perry, Michele Bachmann, Jon Huntsman, Rick Santorum, Buddy Roemer e Gary Johnson. I dibattiti televisivi sono ormai terminati: l’ultimo proprio a Sioux City, in Iowa, lo Stato che il prossimo 3 gennaio aprirà le danze delle consultazioni repubblicane per scegliere lo sfidante del Presidente Barack Obama.
Intanto il Des Moines Register, il giornale più importante dell’Iowa, ha pubblicato un editoriale di endorsement per Romney. «He is the best to lead», recita il titolo del pezzo nel quale si lodano «sobrietà, saggezza e giudizio» del candidato conservatore. A sostenere l’ex governatore del Massachussetts è intervenuta anche Nikki Haley, alla guida del South Carolina, repubblicana vicina alla destra ultraconservatrice del Tea Party. Un appoggio politico che potrebbe aiutare Romney a fermare l’ascesa di Newt Gingrich nel terzo Stato chiamato a votare dopo Iowa e New Hampshire.
In South Carolina, particolarmente religioso, la spina nel fianco di Romney potrebbe essere però la sua fede mormone. L’ex governatore del Massachussetts, seppur considerato il miglior candidato per sconfiggere Obama attraendo il voto moderato e indipendente, non è riuscito ancora a far breccia nel cuore dei conservatori duri e puri.
Secondo un sondaggio Reuters-Ipsos, però, se lo scorso novembre si fossero tenute le elezioni Barack Obama avrebbe battuto Newt Gingrich con uno scarto del 13% e Romney con un margine dell’8%.
L’ex speaker della Camera ha infatti il brutto vizio di esporsi troppo con le sue provocazioni rischiando di alienarsi l’elettorato indipendente: basti pensare alle ultime dichiarazioni sull’inesistenza del popolo palestinese. Per questo Mitt Romney sta cercando di dipingere il suo più temibile avversario come “zany”, bizzarro, evidenziando anche il passato di Gingrich nel ruolo di consulente pagato oltre un milione e mezzo di dollari da Freddie Mac, la società di credito immobiliare considerata tra i maggiori responsabili della crisi finanziaria innescata dai mutui subprime tra il 2007 e il 2008.
La gara per la nomination repubblicana resta più che mai aperta, e non è improbabile che oltre ai due litiganti, Mitt Romney e Newt Gingrich, le luci della ribalta possano illuminare un altro, ennesimo candidato dopo i brevi e intensi successi di Rick Perry ed Herman Cain (ritiratosi poi dalla contesa). Alcuni pensano a Ron Paul, secondo un sondaggio di Public Policy Polling al primo posto in Iowa.
Intanto Barack Obama attende senza troppa ansia di conoscere il proprio futuro avversario, nella speranza che il tasso di disoccupazione scenda al di sotto dell’8,6% raggiunto lo scorso novembre, il risultato migliore dal marzo 2009. È lì che si gioca infatti il futuro del primo Presidente afroamericano degli Stati Uniti.
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