Consolle e videogames, da Pac-Man alla PlayStation
Si può dire che la storia delle consolle per videogiochi si possa dividere in otto generazioni, delle quali il ricambio è dovuto, naturalmente, allo svilupparsi sempre più veloce delle tecnologie. La prima generazione è quella che va dal 1972, anno di produzione della prima consolle, la Magnavox Odyssey, nata dalla mente di Mark Bear, al 1977, anno in cui nacque il microprocessore. Se si dovesse stilare un elenco di tutte le consolle nate nella prima generazione, bisognerebbe elencarne almeno un centinaio. La prima diffusione di questo tipo di tecnologia avvenne nel 1975 grazie al primo modello uscito dalle storiche fabbriche Atari: il Pong. Fino a questo modello, i vari videogame erano intercambiabili tramite un circuito stampato removibile che andava inserito in uno slot simile a quello nato più tardi per le cartucce, dove attraverso l’attivazione di jumper, attivava i giochi interni alla consolle stessa; con il Pong nacque l’idea dell’inserimento di più giochi in un chip unico. Il costo di questo “antenato” delle moderne consolle era di circa cento dollari.
La prima generazione terminò nel 1976 con la nascita del Fairchild Channel F, ovvero la prima consolle basata su cartucce programmabili.
Questa nuova era della tecnologia video-ludica finì nel 1984 a causa di una crisi del settore. La nascita del microprocessore portò allo sviluppo delle cartucce intercambiabili che al contrario dei circuiti prestampati, portavano i giochi nella consolle.
La consolle più venduta di questa generazione fu l’Atari 2600 che disponeva “addirittura” di nove titoli di giochi. La seconda era fu testimone anche di un grande evento, perché nel 1979, alcuni ex dipendenti Atari fondarono l’Activision, ovvero la prima software house indipendente. Nel frattempo l’impero Atari continuava a ingrandirsi, e grazie ai due giochi più famosi al mondo: Pac-Man e Space Invaders. In questo periodo nacque anche la prima consolle della giapponese SEGA, la SG-1000, che ebbe un discreto successo in Europa ma non arrivò mai in America. Questa generazione fu anche caratterizzata, nel 1979, dall’avvento della prima consolle portatile: il Microvision.
Anche nel caso della seconda generazione sarebbe impossibile elencare tutte le consolle e tutti videogiochi che furono prodotti, basti pensare che la massiccia produzione fece sì che moltissimi prodotti non furono venduti, portando l’economia del settore al collasso.
Dopo il crash dell’industria video-ludica del 1983, il settore riprese piede e, nel 1984, partì la terza generazione.
Caratterizzata dalla nascita delle macchine a 8 bit, il sistema informatico venne quindi adattato alle consolle per videogame. Questa è forse la fase più importante perché in Giappone nacque la Nintendo Entertainment System, destinata a dominare il mondo del gioco virtuale grazie a titoli come Super Mario, Final Fantasy, The Legend of Zelda.
Si può dire che la terza generazione vide l’egemonia di due grandi marchi del mondo video ludico. Se da un lato l’America era sotto il controllo della Nintendo, l’Europa era certamente il continente dove sfondò il SEGA Master System che, nato nel 1985, diede una “bastosta” alla Atari tanto da far passare in secondo piano il suo 7800. In questo periodo il prezzo delle consolle partiva dai 100 dollari per arrivare a un massimo di 200.
La battaglia alle vendite delle rivali SEGA e Nintendo andò avanti anche oltre il 1992, anno in cui si entra nella quarta generazione di consolle, in altre parole la generazione che vide la nascita di sistemi basati su 16 bit. Ancora una volta a contendersi la leadership furono Sega e Nintendo con Sega Mega Drive e Super Nintendo. Il SEGA Mega Drive fu venduto per la prima volta in Giappone nel 1988, in America nel 1989 e in Europa un anno dopo ancora. Il Nintendo uscito poco più tardi, fu commercializzato per la prima volta in Giappone nel 1990, in America nel 1991 e in Europa nel 1992. Entrambi avevano un costo di circa 200 dollari.
In questa epoca, inoltre, si ebbe il grande boom delle consolle portatili e ciò si deve soprattutto alla comparsa del Gameboy della Nintendo. Negli stessi anni anche la SEGA cominciò a produrre il suo primo dispositivo portatile: il Sega Game Gear. Nonostante le qualità tecniche migliori, il Game Gear ebbe la peggio e il Game Boy si affermò come prodotto ludico d’eccellenza.
La nascita del 3DO, la prima consolle a 32 bit, segnò il passaggio dalla quarta alla quinta generazione. Iniziata nel 1993, fu caratterizzata, oltre che dal passaggio a 32 e 64 bit, anche dalla nascita dei giochi tridimensionali e dalla nascita dei supporti ottici: i CD Rom. Il mondo video-ludico vide nuovi attori come Apple, Commodore, Panasonic e soprattutto Sony che fu l’unica in grado di spezzare il “duopolio” Nintendo-Sega grazie alla PlayStation che ebbe un successo mai visto prima.
Questo periodo fu fatale soprattutto per l’Atari che, a seguito dei due insuccessi Lynx e Jaguar, fallì. Anche la SEGA andò verso un leggero inabissamento delle vendite perché fu affondata dalla PlayStation di Sony e dal Nintendo 64.
Dai 64 bit ai 128, il passaggio fu breve, tanto che già nel 1998 si entrò nella sesta generazione. Questa era del settore vide la fine della SEGA che con la produzione e la scarsa vendita della Dreamcast fu costretta a chiudere le catene di montaggio. Da qui in poi il numero di produttori è andato via via scemando tanto che nella sesta generazione se ne contano solo quattro: SEGA, destinata comunque a un insuccesso, Sony, Nintendo e la Xbox della Microsoft. Questa generazione è caratterizzata dalla nascita del Dvd, dispositivi ottici quasi sette volte più capienti dei comuni Cd-rom, una caratteristica che portò numerose migliorie sia al livello di grafica sia nella durata dei giochi stessi.
Sempre in un lasso di tempo minore si passa alla generazione seguente: la settima.
Questa generazione, iniziata nel 2005, ha visto lo svilupparsi dell’unico concorrente in grado di contrastare le vendite della nuovissima PlayStation 3: la Xbox 360. L’affermarsi di questa nuova era tecnologica si deve soprattutto all’High definition e ad internet, che consentono rispettivamente di avere una grafica più reale e di giocare con altri utenti tramite i servizi online. Un altro dispositivo digitale ludico è quello brevettato dalla Nintendo, chiamato Wiimote montato sulla consolle Wii. Un dispositivo che consente di giocare attraverso le proprie funzioni motorie mediante joypad wireless. Altro salto generazionale e ci si trova nell’ottava e ultima generazione. Iniziata solo lo scorso anno ha visto la nascita di dispositivi come il Nintendo 3DS e la PlayStation Vita, entrambe basate su tecnologia 3D e Touchscreen.
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