Le interviste a ritmo di tweets
A febbraio il settimanale Panorama pubblicò un’intervista al presidente del Consiglio, Mario Monti, sotto forma di tweets. Si trattava di una serie di riflessioni in 140 caratteri (proprio come avviene su Twitter) suddivise per argomenti. L’occasione era la “luna di miele” dell’esecutivo tecnico con il Paese, ovvero – come spiegò il giornale diretto da Giorgio Mulè – il bilancio dei primi tre mesi da premier.
All’epoca nutrimmo qualche dubbio sulla “trovata”, che possiamo brevemente riportare qui: “Diversi politici utilizzano Twitter per esprimere i propri pareri su issues e temi più in voga. Tanto da chiedersi se non si perda l’esclusività di certe affermazioni. Sovente, infatti, capita di imbattersi in articoli che altro non sono che una ricostruzione in chiave giornalistica dei tweets di esponenti di partito o di governo. Verrebbe meno lo ‘status’ dell’intervista, a una lettura superficiale del fenomeno, poiché tutte le ipotetiche risposte sono già lì, a portata di mano. In verità Twitter offre nuovi stimoli. Sta all’intervistatore incalzare il personaggio di turno sugli argomenti più scomodi o ostentare una maggiore originalità nella formulazione delle domande (che tradotto vuol dire ricercare un più efficace modello di approfondimento). Ma ciò è vero nel momento in cui si decide di mirare all’eccellenza, altrimenti il rischio che si corre è quello di un’informazione impigrita”.
In questi giorni, però, l’idea di intervista su Twitter è riemersa grazie al direttore dell’agenzia di stampa Omniroma, Giuseppe Musmarra, il quale ha proposto l’iniziativa Un tweet per il Campidoglio: un confronto domanda-risposta con i possibili candidati a sindaco di Roma. Lunedì, ad esempio, è stata la volta del deputato Pd, Mario Adinolfi (che dovrebbe sciogliere a breve la riserva). Abbiamo seguito con interesse la dinamica del dialogo online – anche perché non molto tempo fa ci siamo impegnati in qualcosa di simile – e a intervista conclusa abbiamo rivolto noi alcuni quesiti a Musmarra. “Le risposte brevi e le domande non concordate conferiscono autenticità e freschezza”, ci ha spiegato il direttore di Omniroma. L’agenzia, poi, “ne prende gli spunti salienti per alcuni lanci”.
C’è da dire che non siamo al cospetto del primo caso, tuttavia è raro assistere (fatta eccezione per le dirette televisive) ad un’intervista in tempo reale gestita all’interno di un social network. Chiunque, in teoria, sarebbe in grado di intraprendere un esperimento analogo, ma competenza e professionalità del giornalista restano a tutt’oggi elementi imprescindibili per conferire autorevolezza e credibilità all’intervista. È un modello da studiare in un’ottica evolutiva del sistema dell’informazione, che di certo meriterà nell’immediato futuro ulteriori approfondimenti.
F. G.
E intanto, i soloni dicono che tweet è una scoreggia.
http://transit3.blogspot.it/2012/10/il-web-che-scoreggia.html