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Usa 2012. Obama-Romney al rush finale

di Antonio Caputo

Boca Raton, Florida, uno Stato oscillante per antonomasia, è stata teatro dell’ultimo “faccia a faccia” tv tra il presidente Obama e lo sfidante repubblicano Romney. Tema del dibattito, la politica estera e di sicurezza; i candidati erano seduti, a poca distanza tra loro e dal moderatore; a condurre il confronto, Bob Schieffer, settantacinquenne giornalista della Cbs, che, come fece nel primo appuntamento Jim Lehrer, si è limitato a porre le domande ai duellanti, senza prenderne parte attiva, come, invece, hanno fatto le due donne, conduttrici assai grintose degli altri due dibattiti.
Parte Romney, andando all’attacco sui quattro anni di amministrazione Obama, criticandone le politiche mediorientali: “L’America oggi è più debole e meno autorevole rispetto a quattro anni fa: siamo considerati meno perché, anziché, fare la voce grossa, il presidente ha fatto in Medio Oriente il tour delle scuse”, (espressione sgarbata per definire il viaggio di Obama nei Paesi Arabi con le aperture all’Islam); “Con Obama si va verso il declino: manca una strategia per far uscire dall’estremismo il mondo islamico”. Il presidente si è difeso, rivendicando i suoi successi, come l’uccisione di Osama Bin Laden e attaccando il rivale: “Romney ogni volta che ha espresso un’opinione in politica estera, ha avuto torto”, “vuole riportarci agli anni ’80 ma non si accorge che il mondo è cambiato”. Accortosi che la politica estera non era il suo forte, il candidato repubblicano ha cercato di portare la discussione sull’economia, ma, la sua maggiore abilità sui temi interni è apparsa un po’ come un’uscita fuori tema.
Più efficace il presidente uscente, soprattutto nell’appello finale, nel quale ha preso per primo la parola: “Ci siamo lasciati alle spalle le politiche che ci hanno portati a due guerre, e alla crisi economica”. In ogni caso, la politica estera segna (al di là dei proclami) una tradizionale continuità tra amministrazioni repubblicane e democratiche, tanto che Romney, spesso, ha dichiarato “sono d’accordo con il presidente”.
I sondaggi a caldo premiano Obama: in maniera ampia secondo la Cbs (53 a 23), di misura, invece, secondo la Cnn (48 a 40); ai punti la vittoria di Obama secondo gli osservatori (cosa che personalmente condivido).
Quale sarà l’influenza di quest’ultimo confronto sulla campagna elettorale? Presto per dirlo, vedremo in queste ultime due settimane di campagna elettorale: di norma gli americani non votano sulla politica estera, tranne quando il Paese si sente minacciato; particolari minacce alla sicurezza nazionale non si intravedono, e, soprattutto, con la difficile situazione economica, sarà proprio l’economia ad orientare le scelte degli elettori. In ogni caso la buona performance del presidente uscente dovrebbe consentirgli un sia pur modesto bonus di rimbalzo nei sondaggi.
Archiviati i confronti tv, la campagna elettorale riprende frenetica, per cercare di accaparrarsi i voti degli indecisi, che decideranno la partita negli Stati in bilico. Spieghiamo ora cosa vogliono dire le classificazioni con relative colorazioni degli Stati che abbiamo cominciato a fare, a partire da giugno. Consideriamo blindati gli Stati dove il vantaggio dell’uno o dell’altro candidato, supera, in base alla media dei sondaggi, corretta, i 15 punti di vantaggio: una situazione non scalfibile, “a prova di bomba”. Molto probabili sono gli Stati dove i vantaggi oscillano tra 7-8 e 15 punti percentuali: anche in questi Stati (dati i tempi ristretti che ci separano dal voto) la ‘partita è ormai da considerarsi chiusa. Gli Stati a vantaggio vulnerabile vedono un vantaggio di uno dei candidati tra un minimo del 4 ed un massimo del 7-8%. Si tratta di tre Stati: due (Pennsylvania e Michigan) per Obama e uno (North Carolina) per Romney. In Pennsylvania e Michigan Obama è avanti di 4-5 punti; Romney ha un vantaggio analogo (o di poco superiore) in North Carolina. Anche in questi Stati sarà abbastanza inutile concentrarsi, da parte dei candidati, perché (tranne, forse, in Pennsylvania, il più “pesante” in termini di delegati, ed il più incerto dei tre), si tratterà di spendere tempo ed energie in situazioni dove, visto il poco tempo a disposizione, sarà difficile ribaltare le cose.
Più interessante concentrarsi sugli Stati classificati come incerti: tra questi, c’è un leggero vantaggio per Obama (2-3 punti), in Nevada; assai più precario (intorno al punto o poco più di scarto) il vantaggio per il presidente in Wisconsin e Iowa, come pure nel decisivo Ohio, dove Romney non riesce ad agguantare Obama a causa dell’impegno dell’amministrazione uscente sul salvataggio dell’industria dell’auto, cui il candidato repubblicano si era opposto. Parità quasi assoluta in Colorado e Virginia, dove la battaglia si giocherà letteralmente all’ultimo voto. Romney è passato in testa (dell’un percento) in New Hampshire e soprattutto in Florida (dove conduce di circa tre punti); proprio la Florida, tradizionalmente un po’ più repubblicana della media nazionale, è, tra gli Stati classificati come in bilico, quello in cui uno dei due candidati (Romney in questo caso) risulta avere una, sia pur minima, situazione classificabile come di vantaggio.
Ed ecco la situazione a livello di singoli Stati:

Blindati Obama: Maine/1° distretto (1), Vermont (3), Rhode Island (4), New York (29), Delaware (3), Maryland (10), District of Columbia (3), Illinois (20), California (55), Hawaii (4). Totale: 132.

Molto probabili Obama: Maine/Stato (2), Massachusetts (11), Connecticut (7), New Jersey (14), Minnesota (10), New Mexico (5), Oregon (7), Washington (12). Totale: 68.

Vantaggio vulnerabile Obama: Maine/2° distretto (1), Pennsylvania (20), Michigan (16). Totale: 37.

Incerti: New Hampshire (4), Ohio (18), Wisconsin (10), Iowa (6), Colorado (9), Nevada (6), Virginia (13), Florida (29). Totale: 95.

Vantaggio vulnerabile Romney: Nebraska/2° distretto (1), North Carolina (15). Totale: 16.

Molto probabili Romney: Indiana (11), Missouri (10), Nebraska/1° distretto (1), South Dakota (3), North Dakota (3), Montana (3), Arizona (11), Tennessee (11), South Carolina (9), Georgia (16). Totale: 78.

Blindati Romney: West Virginia (5), Kansas (6), Nebraska/Stato (2), Nebraska/3° distretto (1), Idaho (4), Wyoming (3), Utah (6), Alaska (3), Texas (38), Oklahoma (7), Arkansas (6), Louisiana (8), Mississippi (6), Alabama (9), Kentucky (8). Totale: 112.

 

3 Commenti per “Usa 2012. Obama-Romney al rush finale”

  1. […] vince il terzo dibattito. Gli basterà? di Fabio GermaniIl terzo dibattito – l’ultimo – tra i candidati alla Casa Bianca se lo è aggiudicato il presidente Obama. […]

  2. […] è stata elaborata prima del terzo dibattito presidenziale che si è tenuto il 22 […]

  3. […] è stata elaborata prima del terzo dibattito presidenziale che si è tenuto il 22 […]

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