La memoria delle immagini: Giovanni Segantini (1858-1899) | T-Mag | il magazine di Tecnè

La memoria delle immagini: Giovanni Segantini (1858-1899)

di Stefano Di Rienzo

segantiniAttualmente presso la sede della Galleria Civica di Arco (TN) si sta svolgendo una mostra monografica su Giovanni Segantini (dal 23 marzo 2013 al 9 giugno 2103) uno dei massimi esponenti del divisionismo, curata da Alessandra Taddia è organizzata in collaborazione con il Mart.
La mostra è stata fatta in occasione della riapertura della Galleria Civica Giovanni Segantini, spazio permanente dedicato al pittore. Il 23 Marzo alle ore 18 verrà dato il via all’attività espositiva 2013 del Mag (Museo Alto Garda) forte di una preziosa collaborazione instaurata con il Mart, (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto). Il Mag intende infatti basarsi su un lavoro di regia che permetta la costruzione di percorsi culturali che vadano a rappresentare la realtà del territorio, invitando a intervenire in questo processo i soggetti provinciali che possano contribuire alla realizzazione ottimale di tale obiettivo, anche in un’ottica di economia di scala e di manifestazione concreta del concetto di sistema.
Il Mart fornirà un importante apporto in questo nuovo corso del Mag, in primis mettendo a disposizione alcune opere della sua collezione Segantini che andranno ad abitare la Galleria Civica Giovanni Segantini di Arco dedicata al pittore divisionista e nella curatela della mostra Segantini.
A tale scopo tra la fine dell’800 e i primi anni del 900 si organizzano ad esempio le grandi esposizioni internazionali d’arte che nascono soprattutto come organizzazioni in grado di fornire spazi espositivi alle forze artistiche più giovani escluse dai Salons ufficiali. Un altro strumento determinante era rappresentato dai cataloghi d’arte e dalle monografie che sanciscono l’affermazione, talvolta la consacrazione di un artista. Nel caso di Segantini la sua fortuna critica venne costruita “a tavolino” mentre era ancora in vita dall’amico gallerista Vittore Grubicy, il cui archivio storico e oggi depositato al Mart, grazie proprio alla diffusione delle immagini delle sue opere. Fra gli strumenti della sua valorizzazione, oltre alle partecipazioni delle mostre internazionali, Grubicy finanziò la realizzazione di preziosi portfolii (lavori, corredati da immagini esplicative) tra cui quello corredato da Bugatti, oggi conservato al Mart che raccoglie le riproduzioni delle opere segantiniane eseguite da uno studio fotografico storico come quello milanese di Pagliano Ricordi.
La destinazione d’uso delle sue riproduzioni delle sue opere era finalizzata non solo ai cataloghi d’arte ma anche alla vendita di tavole sciolte o alla creazione di album di lusso. Un vero e proprio volume di lusso è la monografia di Franz Servaes edita nel 1902 dal Ministero per la Cultura e l’Istruzione di Vienna per onorare la memoria di un illustre suddito dell’impero austroungarico. Si tratta di un vero e proprio libro d’arte con quella accuratezza nella copertina e nella rilegatura che connotava l’ambiente secessionista. Il volume raccoglie le riproduzioni delle opere di Segantini in bianco e nero e le prime tavole a colori realizzate dalle stamperie imperiali di Vienna. In mostra accanto al volume oggi conservato nel fondo storico della ricca Biblioteca Civica di Arco, le tavole sciolte provenienti dalle collezioni del Mart, probabilmente raccolte dai figli Marco e Gottardo che dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1899, si adoperano per pubblicare i suoi lavori soprattutto in area tedesca e svizzera.
Dopo la monografia del 1913, poi ristampata in più edizioni con l’introduzione di Gottardo, seguono numerose tavole in bianco e nero e a colori riprodotte dalle celeberrime case editrici tedesche Photographische Union di Monaco di Baviera e Bruckmann, a cui si devono le principali raccolte di Photogravure (fotoincisioni, testi, disegni, illustrazioni o foto) dei grandi maestri dell’antichità e della contemporaneità. Accanto alle grandi tavole di Bruckmann con le riproduzioni quasi facsimilari dei più importanti capolavori segantiniani destinate non solo all’editoria, ma anche alla vendita, in mostra sono esposte anche le piccole acqueforti realizzate dai figli Gottardo e Mario conservate al Mart, concepite come cartolina postale. Partendo dallo stretto legame fra la fortuna critica di un autore e le sue modalità di riproduzione, la mostra intende sollecitare alcune riflessioni non solo sul tema della valorizzazione degli artisti o su quello della riproducibilità dell’opera d’arte, ma aprirsi a questioni più contemporanee legati ai concetti di dominio pubblico, di opera libera, dell’open source, che oggi nell’era di Wikipedia, vera e propria enciclopedia di informazioni, testi e immagini a contenuto libero oltre che ad accesso libero sono sempre più dominio pubblico.
L’iniziativa espositiva intende assumere anche una valenza attiva nel proseguire l’opera di valorizzazione e diffusione del lavoro di Segantini, non solo attraverso l’esposizione di queste testimonianze, ma proponendo anche un’ intervento “attivo” su Wikipedia con l’aggiornamento dei testi relativi ad alcune parole chiave della mostra, e la messa a rete delle immagini delle riproduzioni fotografiche esposte in mostra favorendo così confronti, ricerche e studi futuri.
Nello spazio permanente dedicato a Segantini, che periodicamente si avvale di importanti prestiti nell’ottica di valorizzazioni delle collezioni provinciali, verranno esposte le opere dell’artista appartenenti alla collezione del Mart come per esempio, “La Mucca all’abbeveratoio” (1886-87), “Ortensie” (1880-82), “Il Campanaro” (1879-1880), “Arcolaio” (1892) per citarne solo alcune delle più importanti.

 

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