Essere disoccupati over 50
È un problema che sembra riproporsi di anno in anno. Ad aprile 2013 – alcuni giorni prima che si insediasse il governo Letta – il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, paventava l’ipotesi che mezzo milione di italiani potesse restare senza cassa integrazione, con l’allora ministro Elsa Fornero che in parte confermava il rischio. In verità ad oggi il pericolo è molto più contenuto, coinvolgerebbe al massimo 50 mila lavoratori (mancherebbe un miliardo), ma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha spiegato: “C’è un problema di risorse, nel 2014 abbiamo dovuto utilizzare quelle stanziate per finanziare la cassa in deroga del 2013 che altrimenti sarebbe stata scoperta e ora dobbiamo trovare le coperture per il 2014”.
Intanto, secondo le recenti elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio cig della Cgil nel rapporto di maggio, risulterebbero “poco meno di mezzo miliardo di ore di cassa integrazione in cinque mesi, che coinvolgono da inizio anno circa 570 mila lavoratori relegati in cig a zero ore, per una perdita di reddito di 1,8 miliardi di euro, pari a 3.300 euro netti in meno in busta paga”.
La situazione per gli over 50 in cerca di lavoro
Nel bailamme che coinvolge il mercato del lavoro alcuni aspetti non vengono affrontati abbastanza. Ci si sofferma sempre sulle difficoltà dei giovani a trovare un impiego e poco sui meno giovani, diciamo così, che il lavoro lo perdono. Partiamo con un dato, di per sé piuttosto allarmante: negli ultimi sei anni i disoccupati over 50 sono aumentati del 146% (fonte: Censis). La platea, nel suo complesso, è di 24,5 milioni e di questi gli occupati sono poco più di un quarto, vale a dire quasi 6,7 milioni (gli uomini poco sopra i quattro milioni e le donne circa 2,6 milioni). Il quadro del Censis è desolante: “Con la crisi il segmento degli adulti di 50-70 anni sembra abbandonato al triste destino di esuberi, prepensionati, esodati, staffettati, senza alcun meccanismo utile per conservare almeno una porzione di quell’importante capitale umano”. Ciò comporta un regresso generazionale, ancor più che un divario di cui tanto si è parlato negli anni della crisi. Perché la guerra tra poveri – consentiteci l’espressione un po’ forte – non riguarda garantiti da un lato e privi di tutele dall’altro, bensì una condizione quasi paritaria – con differenze però marcate di formazione, percorsi di studi ed esperienze accumulate – nella ricerca di un nuovo lavoro. “Gli over cinquantenni, anche a causa del prolungamento dell’età pensionabile, si trovano a competere con i ventenni per conquistare il lavoro che non c’è”, sentenzia il Censis.
I disoccupati di lunga durata sopra i cinquant’anni di età sono quasi triplicati negli ultimi sei anni: sono passati da 93 mila a 269 mila (+189%) e le condizioni socioeconomiche impongono l’esigenze di rientrare nel mercato del lavoro. Sommando i diversi segmenti si supera il milione di persone over 50 in cerca di lavoro. Senza dimenticare, ovviamente, la grana “esodati” che non è ancora stata risolta del tutto…
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[…] Talvolta si rivela, oltre che un’opportunità, una necessità. Perché come abbiamo osservato la scorsa settimana i disoccupati sopra i 50 anni hanno maggiori difficoltà a ricollocarsi nel mercato del lavoro e […]