I ricavi (in calo) dell’editoria italiana
Nel 2013, l’editoria – quotidiana e periodica – ha perso quasi 700 milioni di ricavi. Questo è quanto emerge dalla Relazione annuale 2014 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro dell’Agcom, presentata martedì. In calo il fatturato dei quotidiani (-7%) e dei periodici (-17,2%), così come si sono ridotti i ricavi provenienti dalla raccolta pubblicitaria, “che – come osservato da chi ha condotto la rilevazione – registra una contrazione da un minimo del -2,5% (internet) a un massimo del 30% (annuari)”, passando dai 8,3 miliardi del 2012 ai 7,4 dell’ultimo anno (-10,9%). Nello specifico: la televisione passa da 3,6 miliardi a 3,2 (-10,1%), la radio da 493 milioni a 461 (-6,4%), i quotidiani da 1,1 miliardi a 938 milioni di euro (-13,2%).
I ricavi dei quotidiani passano da 2,5 miliardi del 2012 a 2,3 miliardi di euro dell’ultimo anno, dei quali 1,1 miliardi provengono dalla vendita delle copie (il dato include sia quelle cartacee che digitali), 938 milioni sono invece riconducibili alla pubblicità (il computo non tiene però conto della pubblicità online). Si riducono anche i ricavi dell’editoria periodica, passati dai 2,8 miliardi del 2012 ai 2,3 dell’ultimo anno, e i ricavi della radio (da 633 a 602 milioni di euro).
Il comparto delle telecomunicazioni
Il settore delle comunicazioni nel corso dell’ultimo anno ha registrato una perdita complessiva – in termini di fatturato – pari a 5,4 miliardi di euro rispetto al 2012 (-9%). Secondo le stime dell’Agcom, il valore del macro-settore delle comunicazioni per il 2013 è pari a 56,1 miliardi di euro, di cui 34,5 miliardi dovuto alle Tlc, 8,6 miliardi a radio e televisione, 6,9 miliardi ai servizi postali e 6,1 miliardi all’editoria e internet. Nel 2012 il settore delle comunicazioni aveva totalizzato 61,4 miliardi, con un calo di 4,4 miliardi rispetto al 2011 quando il valore del settore era di 65,8 miliardi.
Il decreto Lotti
Il 26 giugno scorso, il sottosegretario Luca Lotti ha firmato il decreto sul fondo straordinario a sostegno dell’editoria per il triennio 2014-2016. Molti i soldi messi a disposizione (120 milioni di euro, complessivamente). Tanti sono invece gli obiettivi che il decreto vuole raggiungere: incentivare gli investimenti in innovazione tecnologia e digitale, favorire l’assunzione di giornalisti (quelle a tempo indeterminato potranno godere di sgravi fiscali al 100% per 36 mesi e al 50% per le assunzioni a tempo determinato). Il decreto prevede anche “misure di sostegno ai programmi di ristrutturazione aziendale con il ricorso ai prepensionamenti, parziale finanziamento degli ammortizzatori sociali” e il passaggio a tempo indeterminato del 20% dei contratti a tempo determinato, pena lo stop all’erogazione dei contributi.