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Stati Uniti, Cuba e la ripresa del dialogo

obama_castroAlmeno riprende il dialogo, dopo “appena” 50 anni. Per la fine, vera e propria, dell’embargo bisognerà aspettare ancora un po’, invece. L’annuncio quasi simultaneo del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e di quello cubano, Raul Castro, della ripresa delle relazioni tra i due paesi che distano una manciata di chilometri (l’isola caraibica si trova a sud della Florida e il pezzo di mare che le divide è largo circa 180 km).
“L’isolamento non ha funzionato”, ha affermato il presidente Obama. Ma soprattutto il mondo è cambiato e Cuba non può dirsi più una minaccia, nonostante il regime castrista rappresenti ancora un ostacolo alla piena realizzazione e al completo rispetto dei diritti umani. Da parte sua Castro (entrambi i leader politici hanno ringraziato Papa Francesco per l’opera di mediazione) non ha negato come l’embargo abbia condizionato la vita economica del paese, ma lo “scambio” di prigionieri politici che di fatto ha disteso i rapporti (sarà comunque il Congresso a decidere se revocare in via definitiva l’embargo; la maggioranza repubblicana si è già messa di traverso in questo senso) è intanto un primo passo.
Cosa cambierà, dunque? Per prima cosa, verosimilmente, si provvederà all’apertura dell’ambasciata Usa a L’Avana, tassello fondamentale per normalizzare il dialogo. Dopodiché ricominceranno i primi traffici commerciali e c’è chi già si prepara a investire a Cuba, soprattutto piccoli imprenditori all’inizio. Il regime, nel frattempo, si impegnerà a garantire una via verso il progresso dell’isola (si pensi all’estensione dell’accesso a internet).
Contrariamente a quanto si potesse a suo tempo pensare, l’economia cubana non è collassata nonostante l’embargo. Le difficoltà sono state all’ordine del giono , ma non ha mai subìto un autentico crollo anche dopo lo sgretolamento dell’ex Unione Sovietica. Il turismo dagli Stati Uniti a Cuba, salvo per alcune fattispecie, resta al momento vietato. Ma proprio il settore turistico, insieme a quello delle telecomunicazioni e dei servizi (bancari e finanziari) potrebbero interessare maggiormente i futuri investitori statunitensi nell’isola. Per non parlare, infine, degli interessi commerciali nel settore agroalimentare. L’embargo, in definitiva, ha fatto male tanto a Cuba quanto all’America. Ma ora si volta pagina.

 

1 Commento per “Stati Uniti, Cuba e la ripresa del dialogo”

  1. […] economica e del mercato del lavoro in particolare, la normalizzazione dei rapporti con Cuba (forse la più pesante, tra le eredità politiche, che dovrà sostenere chi si insedierà il prossimo anno), la lotta al […]

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