Il bilancio del semestre europeo
Con l’intervento al Parlamento di Strasburgo di martedì 13 gennaio, il premier Matteo Renzi ha chiuso il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea. Quale il bilancio secondo gli italiani? Al quesito ha voluto rispondere Tecnè nell’indagine condotta a tale proposito per Tgcom24.
Nel complesso i giudizi non risultano particolarmente positivi. Secondo il 74% degli intervistati, infatti, l’Italia non ha inciso negli indirizzi di politica economica dell’Unione (il 17% risponde invece di sì e il 9% non sa). Dunque, almeno per il 77%, il nostro Paese non ha accresciuto la propria autorevolezza e il peso al cospetto dell’Unione (sì per il 13%, non sa il 10).
In questi giorni, in vista del voto anticipato in Grecia che si terrà il 25 gennaio, si discute molto della possibilità che Atene possa uscire dall’area dell’euro, soprattutto se a vincere sarà il partito Syriza di Alexis Tsipras. Se tale scenario dovesse verificarsi appena il 3% degli intervistati definisce gli effetti “positivi” (“molto positivi” l’1%; “abbastanza positivi” il 2%), mentre il 43% dei pareri in questo senso sono “negativi” (“molto negativi” il 10%; “abbastanza negativi” il 33%). Non pensa che vi saranno effetti positivi né negativi il 38% degli interpellati al riguardo; senza opinione il 16%.
E gli effetti in Italia se la Grecia uscisse dall’euro? Per il 20% prenderebbe forza chi vuole uscire dalla moneta unica; per il 18% si accentuerebbe la crisi economica; per il 14% crescerebbe lo spread; per il 5% l’Italia peserebbe di più in Europa; per il 18% non ci sarebbe alcun effetto; senza opinione il 25%.
Ad ogni modo la maggior parte degli italiani non vede vantaggi dalla possibilità che a uscire dall’euro sia proprio il nostro Paese. Anzi, è cresciuta la quota di quanti considerano questa eventualità più svantaggiosa che favorevole. Se a dicembre 2013 il 64% sosteneva l’opportunità di restare nell’euro, a gennaio 2015 la soglia si attesta al 72%. Tra quanti vorrebbero uscire dall’euro, invece, si passa dal 36% di dicembre 2013 al 28% di gennaio 2015.
Intenzioni di voto
Se si votasse oggi si confermerebbe primo partito il Pd, al 37% stabile sul mese di dicembre 2014. Crescerebbe di un punto percentuale il Movimento 5 Stelle, dal 18 al 19% mentre stabile risulta anche Forza Italia (15%). Cresce ancora di un punto la Lega Nord che dal 13% di dicembre passa al 14 di oggi. Ncd-Udc cresce al 4% rispetto al 3% del mese precedente, Fratelli d’Italia e Sel si attestano entrambi al 3%, con Sel che perde un punto percentuale rispetto alla scorsa rilevazione.
La quota di quanti oggi non andrebbero a votare o sono incerti resta al 53%, la stessa cioè registrata nel mese di dicembre.
Il sondaggio è stato effettuato il 7 gennaio 2015. Numerosità pari a 1.000 casi con metodo 500 Cati + 500 Cawi su un campione rappresentativo della popolazione (>18 anni). Margine d’errore +/- 3% sui risultati a livello dell’intera popolazione. Committente: Tgcom24.
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