Usa 2016. Così la risalita economica dell’America
“Chiunque sostenga che l’economia americana è in declino sta descrivendo una realtà di cartapesta”, così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione.
I dati, in effetti, parlano: solo nel 2015 sono stati creati 2,65 milioni di posti di lavoro, meno del 2014 (con 3,1 milioni), è vero, ma del resto si tratta del secondo miglior risultato dal 1999. Una performance che ha consentito di riportare il tasso di disoccupazione ai livelli dell’aprile 2008. E’ comunque doveroso sottolineare che la partecipazione alla forza lavoro rimane ancora molto al di sotto del 66% registrato prima della crisi economica (al 62,5%).
Tra il maggio 2008 e l’ottobre del 2010 il tasso di disoccupazione statunitense non ha fatto che aumentare arrivando a toccare il 10%, dopo quel picco, e in seguito ad un periodo di sali/scendi intorno al 9%, l’indicatore ha poi ricominciato a scendere arrivando a toccare appunto il 5%. Un dato che, nonostante le attese indicassero il 4,9%, ha soddisfatto la Federal Reserve, tanto da rivedere la sua politica monetaria, rialzando il costo del denaro per la prima volta dal 2006.
Secondo la Fed (la banca centrale americana), che proprio sull’andamento del mercato del lavoro attua le sue scelte di politica monetaria, un tasso di disoccupazione tra il 5 ed il 5,2% indica comunque uno stato di “piena occupazione”.
Per quanto riguarda invece il Prodotto interno lordo, la Fed stima una crescita del 2,1% per il 2015 e del 2,4% per il 2016, proseguendo con l’andamento altalenante registrato dal 2010: allora il Pil si attestò infatti al 2,8% – dopo la caduta del 2,6% registrata l’anno precedente – nel 2011 si registrò un +1,7%, nel 2012 un +2,2%, un +1,6% nel 2013 ed un +2,4% nel 2014.
In attesa dei dati definitivi sulla crescita relativa all’intero 2015, si può però analizzare un po’ più a fondo quella del 2014 e quella dei primi tre trimestri dell’anno appena concluso.
Andiamo con ordine: la crescita, pari al 2,4%, del 2014 è stata spinta soprattutto dai consumi, cresciuti nell’arco dell’anno del 2,5% arrivando a toccare i massimi dal 2006.
I primi nove mesi del 2015 hanno visto crescere il Pil del 2,2%, con un +2,1% rispetto allo stesso periodo del 2014. Solo nel terzo trimestre del 2015 il prodotto interno lordo ha messo segno un +2% con un aumento del 3% delle spese per i consumi, con un contributo di questi ultimi pari al 2,04% del Pil. In crescita anche gli investimenti residenziali (dell’8,2%) e quelli non residenziali (del 2,6%).
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