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Usa 2016. La diretta del voto

Hillary Clinton o Donald Trump? T-Mag segue in tempo reale le elezioni presidenziali statunitensi
di Redazione

I cittadini americani sono chiamati oggi, 8 novembre 2016, a decidere chi sarà il 45esimo presidente degli Stati Uniti. Donald Trump è il candidato del Partito Repubblicano, Hillary Clinton il candidato del Partito Democratico. I seggi sono aperti dalle 12 ora italiana, ma in diversi Stati si è cominciato a votare già da alcuni giorni al fine di facilitare la procedura altrimenti assai complessa. Gli aventi diritto sono circa 221 milioni, dei quali 27 milioni tra i cittadini afroamericani, oltre 27 milioni tra gli ispanici e nove milioni tra gli asiatici. T-Mag seguirà la diretta del voto (per aggiornare ricaricare la pagina).

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COSA SI SA FINO A QUI
Dopo un andamento altalenante nei sondaggi registrato nelle ultime settimane, Hillary Clinton è la favorita della corsa elettorale. Una rilevazione Reuters/Ipsos States of the Nation attribuisce all’ex segretario di Stato Clinton il 90% di possibilità di vittoria. Nel caso sarebbe la prima donna alla Casa Bianca nella storia degli Stati Uniti. Se le cose dovessero andare in questa direzione è probabile che intorno alle 5 del 9 novembre (ora italiana) – quando chiuderanno i seggi negli ultimi Stati al voto, compresa la California – potremo allora conoscere il nome del successore di Barack Obama.

COME SI ELEGGE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
L’elezione del presidente degli Stati Uniti è indiretta (contrariamente a quanto spesso si crede). In pratica i cittadini eleggono i cosiddetti “grandi elettori”, che sono 538 in tutto, secondo il principio del winner takes all, ovvero chi vince in uno Stato (tranne che in Nebraska e nel Maine, dove vige un sistema proporzionale) si aggiudica l’intera posta: la soglia per ottenere la vittoria è perciò fissata a 270. La loro ripartizione è invece proporzionale e si va dai 55 “grandi elettori” messi in palio dalla California ai 3 di piccoli Stati quali Alaska, Delaware, District of Columbia, Montana, North Dakota, South Dakota, Vermont, Wyoming. Questo significa, nell’ambito del sistema maggioritario, che per un candidato prendere più voti non implica necessariamente la vittoria. A loro volta i “grandi elettori” compongono il Collegio elettorale, che però non è un organo che si riunisce per proclamare il nuovo presidente. Questi, piuttosto, si riuniscono in ogni Stato di appartenenza 41 giorni dopo l’election day (il lunedì successivo al secondo martedì del mese di dicembre) e i loro voti vengono trasmessi al Senato, sarà poi il Congresso all’inizio di gennaio a proclamare il presidente. L’insediamento e il giuramento del nuovo inquilino della Casa Bianca viene formalizzato il 20 gennaio.

ALCUNI CONCETTI FONDAMENTALI
Probabile che durante la maratona elettorale si sentirà parlare di swing States. Questa espressione sta ad indicare quegli Stati considerati tradizionalmente in bilico perché non presentano un colore certo (rosso per i repubblicani, blu per i democratici) e dunque potenzialmente decisivi. Poi ci sono i toss-up States, dove i principali sondaggi rilevano uno scarto minimo tra i candidati. In questo senso si presta particolare attenzione al voto in Ohio (18 “grandi elettori”), Florida (29), North Carolina (15), Pennsylvania (20), Colorado (9), Nevada (6), Iowa (6), New Hampshire (4), Virginia (13) e Arizona (11). Ma anche Utah e Wisconsin sono Stati da tenere d’occhio.

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PER COSA ALTRO SI VOTA
I cittadini statunitensi sono chiamati a votare anche per il Congresso, o meglio: per il rinnovo della Camera (sono 435 i deputati) e di un terzo del Senato (i senatori, in tutto, sono 100). Questo tipo di elezioni avviene ogni due anni (se a metà del mandato presidenziale vengono definite di medio termine) ed è un aspetto tutt’altro che trascurabile poiché non è da escludere la possibilità di una convivenza forzata tra presidente di un partito e Congresso a maggioranza del partito rivale. Il Congresso esercita importanti funzioni di controllo, soprattutto su temi di fiscalità e finanza. In più, in dodici Stati, si vota per il nuovo governatore. Infine anche su alcune questioni referendarie, ad esempio in California dove si vota sull’abolizione della pena di morte e la legalizzazione della marijuana. Si parte con la diretta tra qualche ora (per aggiornare ricaricare la pagina).

ORE 22.40
Mentre le operazioni di voto sono ancora in corso la campagna di Trump ha reso noto di avere avviato un’azione legale contro il Nevada sul voto anticipato, già respinta da un giudice. Intanto il tycoon di New York sta invitando su Twitter i cittadini ad andare a votare e sta rilasciano diverse interviste in cui afferma che in alcuni luoghi si stanno avendo problemi con il voto elettronico.

ORE 22.56
Particolarmente attivo in queste ore il presidente uscente Barack Obama. Anche lui sta rilasciando diverse interviste invitando i cittadini a votare. Poco fa, su Facebook, ha ricordato un suo rito scaramantico la mattina delle elezioni, cominciato nel 2008 in occasione della sfida con John McCain: giocare a basket.

ORE 23.10
Diversi media statunitensi stanno rilanciando la notizia che l’ex presidente George W. Bush e sua moglie Laura si siano astenuti. In un primo momento sembrava – stando alle indiscrezioni – che i Bush avessero votato per Hillary Clinton.

ORE 23.16
Dove attenderanno i candidati i risultati elettorali? Sebbene sia abbastanza inusuale sono entrambi a New York. Hillary Clinton aspetterà l’esito del voto nella sua abitazione, per poi parlare al Javits Center, un centro congressi di Manhattan dove è stato allestito un imponente palco. Donald Trump è nella “sua” Trump Tower, già teatro dell’annuncio della sua candidatura a giugno 2015. Dovrebbe intervenire lì una volta appreso il risultato.

ORE 23.39
I preparativi al Javitz Center diverse ore fa, dove Hillary Clinton interverrà una volta appreso l’esito del voto.

ORE 23.46
Si registrano problemi legati al voto elettronico in Colorado e nel North Carolina. Si temono ritardi.

ORE 23.52
Stanno uscendo già da diversi minuti i primi exit poll, che tuttavia non riguardano le intenzioni di voto vere e proprie, bensì la sociologia del voto (su base demografica, classi di età, ceto ecc.). Ad esempio dal primo exit poll della CNN emerge che solo 4 elettori su 10 si dicono entusiasti e ottimisti di Trump o Clinton alla Casa Bianca il prossimo anno.

ORE 00.05
Una storia tipicamente americana.

ORE 00.11
Anche Hillary Clinton, da poco giunta a New York, sta invitando i cittadini a recarsi alle urne.

ORE 00.21
Sul sito del New York Times la mappa interattiva del voto, con Trump in vantaggio in Kentucky, New Hampshire e Indiana.

ORE 00.41
Come vi abbiamo raccontato, si vota anche per tante altre cose negli Stati Uniti.

ORE 00.58
Promemoria: i risultati elettorali giungono mano a mano che chiudono i seggi nei singoli Stati. A breve si attendono notizie dal Kentucky e dall’Indiana. Anche Florida, Vermont e Virginia.

ORE 01.20
Secondo i primi exit poll Clinton sarebbe avanti in Virginia. Quando la situazione sarà più chiara potremo cominciare a fare la conta dei grandi elettori aggiudicati dai due candidati.

ORE 01.24
Intanto ecco le stime di Nate Silver: Clinton ha il 71% di possibilità di vittoria.

ORE 01.37
CNN chiama la vittoria di Trump in West Virginia (5 grandi elettori).

ORE 01.42
Considerando le vittorie di Trump in West Virginia, Kentucky e Indiana e quella di Clinton nel Vermont attribuite dai media, il candidato repubblicano è ora in testa 24 a 3.

ORE 01.52
La CNN riferisce di un commento di Trump su Bush che ha votato scheda bianca. “Penso che sia triste”, avrebbe affermato il tycoon di New York.

ORE 02.04
Il New York Times assegna a Clinton il Maryland, il Massachusetts, il New Jersey e il Delaware. Sommato al Vermont fa 44 grandi elettori. A Trump l’Oklahoma, per un totale di 31 grandi elettori.

ORE 02.21
Con le vittorie in South Carolina e Tennessee Trump torna in vantaggio 51 a 44 secondo il New York Times. Fin qui nessuna sorpresa, l’attenzione è su Florida e Ohio dove si evidenzia per il momento un testa a testa.

ORE 02.27
Marco Rubio, già candidato alle primarie repubblicane, ha ottenuto il seggio al Senato in Florida.

ORE 02.29
Promemoria: Ohio e Florida sono due Stati molto importanti per la corsa. Il primo perché, nelle ultime tornate elettorali, chi se lo è aggiudicato ha poi varcato la soglia della Casa Bianca (chiedere a Bush e a Obama). La Florida perché rappresenta per Trump uno Stato chiave per restare in scia e sperare di strappare la vittoria alla candidata democratica.

ORE 02.46
Questa è la situazione come appare ora, Donald Trump ha vinto in Albama (fonte: New York Times).

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ORE 03.25
Trump si sarebbe aggiudicato Mississippi (6), Kansas (6), Nebraska (5), South Dakota (3), North Dakota (3), Wyoming (3) e Texas (38). A Clinton l’Illinois (20) e New York (29). La conta attualmente vede in vantaggio Trump 129 a 97.

ORE 04.11
La situazione sembra essere totalmente capovolta. A questo punto della diretta è evidente come siano salite le quotazioni di Donald Trump, sovvertendo i pronostici della vigilia. Al momento il candidato repubblicano conduce la corsa 141 grandi elettori a 104 di Clinton. Le previsioni di apertura della Borsa americana sono in rosso di quasi quattro punti percentuali.

ORE 04.18
Forse è ancora presto per trarre delle conclusioni in questo senso, ma Hillary Clinton potrebbe ottenere un maggior numero di voti popolari rispetto a Trump e perdere comunque la Casa Bianca.

ORE 04.21
È sintomatico della situazione incerta e inaspettata il commento di Barack Obama: “A prescindere dal risultato, l’America resterà la nazione più grande”.

ORE 04.33
L’Ohio è sempre più probabile che se lo aggiudichi Trump. Anche Nate Silver ora assegna maggiori possibilità di vittoria al candidato repubblicano. Ricordiamo, ancora una volta, che l’Ohio è uno Stato chiave.

ORE 04.38
Trump vince in Ohio, Clinton in Virginia.

ORE 04.45
La situazione attuale.

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ORE 04.55
Ufficiale la Florida a Trump: un ulteriore passo in avanti. A Hillary Clinton il Colorado.

ORE 05.24
A questo punto Wisconsin e Michigan diventano Stati decisivi.

ORE 05.55
La situazione, ora. Praticamente Trump ha vinto nel Wisconsin e per Clinton si fa davvero proibitiva.

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ORE 06.28
Ricapitolando, Donald Trump è riuscito a vincere in molti di quegli Stati considerati in bilico. In questo momento non ha neppure bisogno di fare particolari calcoli. Gli basterà aggiudicarsi qualche vittoria dove già può vantare un certo margine di vantaggio per diventare presidente, raggiungendo la soglia dei 270 grandi elettori.

ORE 06.46
Alcuni aggiornamenti relativi alle questioni referendarie per cui si votava in alcuni Stati. La California ha approvato l’uso ricreativo della marijuana mentre Arkansas e Florida danno il via libera alla cannabis a scopo terapeutico. Lo Stato del Nebraska reintroduce la pena di morte.

ORE 07.52
Con la vittoria in Pennsylvania – che gli viene attribuita da molti media – Donald Trump ha superato la soglia necessaria per venire eletto presidente.

ORE 08.16
John Podesta, capo della campagna di Hillary Clinton, è intervenuto invitando i sostenitori a lasciare il Javitz Center. Clinton, infatti, non parlerà stanotte (negli Stati Uniti).

ORE 08.30
Interrompiamo qui la diretta di T-Mag. Nel corso della giornata seguiranno aggiornamenti sul voto statunitense.

 

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