Divorzi e vaccini, la parola agli italiani
La recente sentenza della Cassazione sancisce che in caso di divorzio, l’assegno di mantenimento non deve garantire lo stesso tenore di vita. In sostanza, il coniuge più ricco non deve più garantire al coniuge con il reddito inferiore, lo stesso stile di vita goduto durante il matrimonio. Secondo i giudici della Cassazione (e i favorevoli a tale decisione) sposarsi, è un “atto di libertà e autoresponsabilità” e se le cose vanno male si torna ad essere “persone singole”, senza rendite di posizione. Inoltre, dover versare un assegno “può tradursi in un ostacolo alla costituzione di una nuova famiglia”, in violazione del diritto a rifarsi una vita riconosciuto dalla Corte di Strasburgo e dalla Carta fondante dell’Unione Europea. Per i contrari a tale decisione, invece, la sentenza penalizza le donne, maggiormente impegnate nella cura e nell’educazione dei figli. E se l’uomo fa carriera è grazie anche al sacrificio delle donne che scelgono di impegnarsi nella cura dei figli e della casa, rinunciando al lavoro. Ma al di là delle considerazioni in materia, il 61% degli italiani si dice d’accordo con la sentenza della Cassazione, il 39% non è invece d’accordo.
Dalla sentenza della Cassazione alle opinioni sui vaccini, sono tanti i temi controversi dibattuti nelle ultime settimane e su cui Tecnè ha sondato i pareri degli italiani in un’indagine condotta per Porta a Porta.
Riguardo all’assegno di mantenimento in caso di divorzio – il 61% dei pareri è a favore della sentenza della Cassazione –, prevalgono le risposte affermative tra gli uomini (86%), decisamente inferiore la quota di donne che si dicono d’accordo (39%). In generale il 51% degli intervistati ritiene l’uomo il più danneggiato economicamente in un divorzio, il 49% indica invece la donna, ma anche in questo caso emerge una netta spaccatura a seconda di chi ha risposto al quesito: tra gli uomini l’82% sostiene essere “l’uomo” il più danneggiato economicamente in un divorzio, il 18% afferma invece “la donna”; tra le donne appena il 24% afferma “l’uomo”, la restante porzione – il 76% – indica “la donna”. Le risposte appaiono analogamente ripartite quando bisogna esprime un’opinione sull’ipotesi di riconoscere economicamente alle donne il tempo in più dedicato alla cura della famiglia durante il matrimonio. In questo caso, infatti, i favorevoli sono il 58% e i contrari il 42%, quote che rispettivamente scendono al 35% e salgono al 65% tra gli uomini; salgono al 79% e scendono al 21% tra le donne.
Tecnè ha poi domandato agli intervistati se sono favorevoli o contrari alla vaccinazione obbligatoria per l’iscrizione a scuola. Favorevoli il 79% (la percentuale di chi la pensa così aumenta all’85% tra chi ha figli in età scolare), contrari il 21% (scende stavolta al 15% tra chi ha figli in età scolare). Tra chi ha figli ha fatto fare la vaccinazione obbligatoria il 71,5%, ha fatto fare tutte le vaccinazioni possibili il 28%, non li hanno vaccinati lo 0,5%. Di possibili effetti nocivi gravi in caso di vaccinazione dei figli si dice preoccupato il 46% degli intervistati (il 33% tra chi ha figli in età scolare), mentre non esprime particolari timori il 54% del campione (il 67% tra chi ha figli in età scolare).
NOTA METODOLOGICA
Titolo dell’indagine: La sentenza della Cassazione sul divorzio e le opinioni degli italiani sui vaccini
Tipo di campione: rappresentativo della popolazione di 18 anni e oltre residente in Italia
Articolazione del campione: sesso, età e area geografica
Estensione territoriale: intero territorio nazionale
Numerosità del campione : 1.000 casi
Margine di errore : +/- 3,1%
Metodo di rilevazione: CATI
Data di effettuazione delle interviste: 12-13 maggio 2017
Committente: Porta a Porta
Soggetto realizzatore: Tecnè S.r.l.
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