Home working: lavorare da casa in Europa
Secondo l’ultimo rapporto Eurostat gli occupati che abitualmente lavorano da casa sono il 5% del totale. La percentuale, che si riferisce ai lavoratori tra i 15 e i 64 anni nel 2017, è in crescita rispetto alla prima rilevazione effettuata nel 2008 in cui ad usufruire abitualmente di questa modalità erano il 4,7%, anche se il picco massimo, 5,2%, si è avuto nel 2012. Il dato è leggermente diverso se si restringe la platea degli Stati della sola Eurozona, in cui coloro che lavorano da casa sono il 5,7% degli occupati totali. I paesi in cui si registrano i tassi più alti sono l’Olanda, che vanta il 13,7% dei lavoratori da casa, seguita dal Lussemburgo, con un’incidenza del 12,7%, e la Finlandia, 12,3%, al vertice opposto invece si posizionano paesi dell’Est Europa, quali Romania, che ha solo lo 0,4% di lavoratori da casa, e la Bulgaria, lo 0,3%.
In generale secondo i dati Eurostat la quota aumenta fino a 9,6% se si considerano coloro che dichiarano che “a volte” lavorano da casa, anche in questo caso si evidenzia una crescita rispetto al 7,7% del 2008, nonostante si registri un leggero calo dello 0,2% rispetto alle rilevazioni del biennio 2015-2016.
Come ci si poteva aspettare, le donne complessivamente lavorano da casa più degli uomini, infatti è una modalità di lavoro solita per il 5,3% delle donne europee rispetto al 4,7% della componente maschile, ma la media rispecchia la situazione di quasi tutti i paesi: quelli in cui si registrano gap maggiori con percentuali invertite sono l’Olanda e la Danimarca, rispettivamente 14,7% e 9,5% degli uomini, di contro al 12,6% e 7,6% delle donne. A condizionare ulteriormente le percentuali intervengono fattori quali la tipologia di occupazione – infatti in tutti gli stati dell’Ue è vero che i lavoratori autonomi siano abitualmente impiegati da casa più dei dipendenti, il 18,1% dei primi rispetto al 2,8% dei secondi – e l’età del lavoratore. Dai dati risulta che la percentuale di coloro che lavorano da casa aumenta all’aumentare dell’età, in media solo l’1,6% dei 15-24enni in Europa è solito lavorare da casa, percentuale che cresce all’4,7% se si considerano i 25-49enni, fino ad arrivare al 6,4% per gli occupati di età compresa tra i 50 e i 64 anni. Per quel che riguarda l’Italia la percentuale di coloro che lavorano abitualmente da casa è ferma al 3,5%, al di sotto della media Europea, smentendo il dato in aumento per l’Ue di lavoratori che solo a volte possono lavorare da casa, che nel nostro paese supera di poco l’1%. L’Italia registra una controtendenza rispetto al dato europeo anche per quel che riguarda la diversa distribuzione tra uomini e donne, infatti il 3,3% delle lavoratrici lavora da casa, contro al 3,6% degli uomini. Entrambe le percentuali pur essendo in calo rispetto ai dati riferiti al 2008 – quando il 3,6% della componente femminile e il 4,3% di quella maschile lavoravano abitualmente da casa -, risultano in crescita rispetto alle rilevazioni del 2016.