L’innovazione digitale in sanità
La digitalizzazione e le nuove tecnologie invadono tutti i campi della vita e ormai un settore in cui la tecnologia migliora ogni giorno è la medicina. La tecnologia in ambito medico, infatti, si concretizza sia ottimizzando il lavoro dei medici, migliorando le modalità di prevenzione, di diagnosi e di terapia, sia riducendo la spesa sanitaria.
Secondo le ultime stime, pubblicate nell’indagine annuale dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, la diffusione dei servizi digitali più semplici comporterebbe un risparmio di circa 5 miliardi di euro. Invece, secondo lo studio, 8 italiani su 10 nell’ultimo anno hanno ritirato documenti medici di persona, impiegando una media di 45 minuti, a fronte dei 20 spesi per il ritiro in farmacia e dei 5 minuti se si fosse utilizzato il web. Se la proporzione fosse stata contraria, la ricerca stima che l’impatto economico ammonterebbe a 1.630 milioni di euro.
Per quanto riguarda le preferenze di strumenti e servizi, il 72% delle strutture sanitarie considera prioritaria la cartella clinica elettronica, con un investimento di 47 milioni di euro, il 59% ritiene primario investire in servizi digitali rivolti al cittadino per cui sono stati investiti 19 milioni -rispetto ai 14 dello scorso anno – tra i maggiormente diffusi: la possibilità di scaricare i referti, di confermare, ricordare e disdire appuntamenti e di prenotare le prestazioni online, mentre nonostante la diffusione rimane limitata, solo il 38% ritiene rilevante, la Telemedicina vede aumentare gli investimenti riservati fino a 24 milioni di euro.
Resta ancora sporadica invece la diffusione dei sistemi di firma elettronica avanzata sia a livello del personale clinico-sanitario – presente in modo diffuso solo nel 9% delle aziende sanitarie -, sia a livello dei pazienti per il consenso al trattamento dati, 4%, e alle procedure sanitarie, al 2%. In generale il 2017 ha visto un aumento della spesa destinata alla sanità digitale: 1,3 miliardi di euro – pari all’1,1% della spesa sanitaria pubblica -, con una crescita del 2% rispetto all’anno precedente. La diffusione degli strumenti digitali sul territorio italiano resta ancora poco omogenea dal lato dell’offerta, e contestualmente non incentiva e non è spinta dal lato della domanda. Infatti secondo l’Osservatorio la maggior parte dei cittadini italiani preferisce ancora accedere ai servizi sanitari di persona, in particolar modo l’86% si reca se si tratta di un consulto medico, l’83% per il pagamento delle prestazioni e l’80% anche solo per il ritiro dei referti. Quando però si utilizzano strumenti digitali, gli italiani prediligono nel 51% dei casi il telefono, mentre il canale web appare limitato alle fasi di accesso alle informazioni su prestazioni e strutture sanitarie, 40%, e ritiro dei documenti clinici, 21%. Le motivazioni che spingono i cittadini a non usufruire dei vari servizi digitali sono la poca affidabilità di questi, ma anche la mancanza di competenze: tre italiani su dieci non si sentono in grado di utilizzare questi strumenti.