Non parlarmi, non ti sento. L’intesa nel Pdl
Vieni avanti, cretino. Che ti abbraccio. La dovute scuse di Giulio Tremonti a Renato Brunetta, dopo avergli dato del cretino, appunto, non bastano a colmare il vuoto di comunicazione che sembra aleggiare tra gli esponenti del governo. Certo, se Tremonti fosse stato più accorto, evitando così di essere pizzicato dalle telecamere presenti mercoledì alla conferenza stampa di presentazione della manovra, nessuno avrebbe notato la gaffe del superministro. Ma talvolta è spontaneo credere che nulla avvenga per caso. Così come qualcuno ha ammesso timidamente che della norma salva-Fininvest contenuta nella manovra e poi ritirata si era parlato poco e male, anche stavolta pare non esserci stata una linea guida tra i vari ministri (“Questo è il tipico intervento suicida”, ha chiosato Tremonti a conferma di una lunghezza d’onda che non c’è). In definitiva il “cretino”, epiteto quanto mai inflazionato, è l’aspetto meno importante della vicenda.
Tremonti non è nuovo a circostanze simili, rientra un po’ nel personaggio. In una puntata di Ballarò di qualche anno fa si lasciò andare alla colorita espressione Ma che c…. dice? mostrando il proprio disappunto alle parole pronunciate un istante prima dall’ex parlamentare di Forza Italia, Luisa Todini. Ma quel caso, tutt’al più, può essere annoverato tra le uscite poco brillanti che i personaggi politici spesso hanno. Nell’affaire Brunetta, invece, mentre il ministro illustrava i correttivi della spesa nel pubblico impiego ignaro dei mormorii dei colleghi, Tremonti ha trovato il pieno sostegno degli altri ospiti. “È un massacro”, ha sostenuto ad esempio Vincenzo Fortunato, capo di gabinetto del ministero dell’Economia. Non pago Tremonti si è allora rivolto al titolare del Lavoro, Sacconi. “Maurizio, è scemo eh?”. “Io non lo seguo neppure”.
L’ultima frase di Sacconi riassume tutto: offre lo spunto per immaginare un esecutivo in cui ognuno va per la propria strada. E Brunetta, allora, è solo la punta di un iceberg.
[…] Anche lui: dove va? Anche nella Lega hanno un po' preso le distanze”. Il riferimento è al fuori onda in cui il superministro è stato sorpreso a dare del cretino al collega Renato Brunetta in […]