Dall’identità all’identificazione
La sociologia ha dimostrato quanto la formazione dell’identità dipenda dai processi sociali che coinvolgono l’individuo. La psicologia ha ulteriormente sviluppato questo approccio definendo l’identità come un processo continuo di elaborazione interiore dell’esperienza.
Tra le teorie più recenti vale la pena ricordare quella che si basa sul concetto di “identificazione” inteso come rispecchiamento di una persona o di un gruppo sulla base di elementi condivisi.
Il concetto di identificazione muove dalle teorie della psicoanalisi e considera il processo come un sistema aperto e in continua evoluzione che si basa sulla dicotomia inclusione/esclusione. Il processo di identificazione opera attraverso le differenze e implica la produzione di “effetti di frontiera” (Stuart Hall). Ne consegue che le identità non sono fisse, ma in continuo cambiamento, legate alla contingenza di situazioni sempre nuove e diverse. E’ evidente che la contingenza che determina l’identità è soggetta alle gerarchie sociali presenti in un determinato contesto. In questo senso le identità rappresentano punti di approdo temporaneo per le posizioni del soggetto, posizioni che il soggetto è, in un certo senso, “obbligato” a occupare.