Dal rischio esterno al rischio interno
Il concetto di rischio è presente solo nelle civiltà orientate al futuro, che vedono “il futuro proprio come un territorio da conquistare o da colonizzare” (A. Giddens), che cercano di determinarlo, anziché lasciarlo alla superstizione, alla tradizione o alla fatalità degli eventi esterni.
Se accettiamo l’idea che l’uomo è artefice del proprio futuro, e che la valutazione del rischio è uno dei mezzi per realizzarlo, ne consegue che il rischio non risiede più solo all’esterno dell’uomo ma anche al suo interno.
Il passaggio dalla prevalenza del rischio esterno al rischio interno (rischio costruito) ha cambiato inevitabilmente l’idea stessa di rischio e di “assicurazione”, inglobando via via aspetti importanti che potremmo definire con il l’idea di “qualità della vita”. Il concetto di welfare, ad esempio, oggi, infatti, comprende anche aspetti immateriali (stato di salute, relazioni sociali, ambiente, tempo libero, cultura) più direttamente collegati a una percezione soggettiva dei cittadini.