La morte dello stile
Per la prima volta, oggi, assistiamo all’impossibilità di sopravvivenza di qualsiasi forma di “grande stile” e più probabilmente proprio alla morte di ogni stile. Nello stesso tempo constatiamo un enorme diffondersi di novità scientifiche e tecnologiche, sociali, politiche, economiche e culturali talmente originali ed inedite da non trovare terreno di confronto e di similitudine con nulla di ciò che è avvenuto nel passato.
Qualsiasi definizione si voglia dare alla nostra epoca, essa dovrà tenere conto dell’insieme di contraddizioni sempre più forti, di carattere sociale ed economico, che si sono venute accentuando negli ultimi decenni su tutto il pianeta: il divario tra paesi ricchi e poveri, la disparità demografica tra nord e sud, la contrapposizione religiosa e culturale tra i vari pensieri integralisti, la crisi di valori nel comportamento sociale dell’occidente, l’aumento dei consumi e degli sprechi e l’impoverimento delle scorte naturali, lo scontro tra tendenze globalizzanti, tensioni patriottiche e ricerca di un’identità culturale, l’incrociarsi dell’organizzazione elettronica del pianeta con il nomadismo umano di sopravvivenza, la tensione sempre più profonda tra livello delle ricerche scientifiche e utilizzazione possibile di tali risultati per la società nel suo complesso.