Ma c’è qualcuno che rivuole le preferenze? | T-Mag | il magazine di Tecnè

Ma c’è qualcuno che rivuole le preferenze?

Tutti parlano male del porcellum, ma intanto restano a banchettare con la porchetta elettorale

Abbiamo a che fare con un fenomeno strano. La discussione sul porcellum è ormai tanto logora che finan’anche la satira l’ha abbandonata. Non se n’è butta niente, questo è rimasto agli atti, e nulla più di questo rileva oggi. Parafrasando all’inverso l’adagio sull’araba Fenice, tutti vogliono spazzarlo via ma c’è solo chi lo dice. La questione referendum si fa spinosa proprio per questo, perché è chiaro che dal suo ideatore Calderoli – che ebbe anche cura di definire quella legge elettorale come una porcata – a oggi è impossibile rinvenire una dichiarazione di chiccessia che confermi che il sistema di estrazione del consenso va bene così com’è. Ognuno, per diversi motivi, ha rilievi e modifiche in mente. Alcuni come il reinserimento delle preferenze lo migliorerebbe, altri spostando il premio di maggioranza dalla coalizione al primo partito, lo peggiorerebbe.
Sta di fatto, comunque, che nessuno lo vuole così com’è. Le proposte di legge depositate in Parlamento non si contano, ma non vengono calendarizzate, a dimostrazione di un’inerzia ingiustificabile, come se non si trattasse di una stringete priorità, almeno per le opposizioni. All’indice inevitabilmente finisce il Pd, che sull’argomento ha conservato una linea diligentemente ondivaga, specie in riferimento alla posizione assunta sul referendum che in questi mesi si propone su questa materia. Il Partito democratico dice e non dice, fa e non fa. Non sostiene il referendum – e per questo adduce motivi anche comprensibili – ma non ne sposa neanche la causa, e questo sinceramente toglie capo ad ogni coda di polemiche che sul punto non manca di alimentare. Ritorni al mattarellum, proporzioniali corretti e maggioritari senza zucchero. Alla buvette di Montecitorio ne servono di ogni, ma poi non se ne fa nulla. Come nel menù dei ristoranti turistici, oyster & lobster non mancano mai. Altrettanto nei programmi dei partiti, è difficile che manchi una bella riforma della legge elettorale, ma esattamente come le aragoste restano congelate. Un menù turistico che conferma la più balneare delle legislature.

 

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