Harold Camping e la fine del mondo
Diamo i numeri: la fine del mondo e la numerologia della Bibbia
Di Roberto Paura
Qualche secolo fa, quando il metodo scientifico non si era ancora affermato e si era lontani dall’immaginare che la Terra avesse 4,5 miliardi di anni e l’universo oltre 13, l’unico modo per cercare di capire quando Dio si era degnato di dire “sia la luce!” si basava sulla lettura della Bibbia. Nella Genesi non c’era nessuna data specifica, ma esiste una precisa genealogia che permette di calcolare quanti anni sono passati da Adamo fino, più o meno, alla nascita di Gesù. E poiché era opinione comune che Gesù fosse stato crocifisso nell’anno 33, c’erano i presupposti per riuscire a datare con esattezza il momento della Creazione. Nel 1650 il vescovo irlandese James Ussher convinse buona parte del mondo protestante che Dio aveva creato il mondo il 23 ottobre del 4004 a.C., alle nove del mattino. Gli ebrei non erano però dello stesso avviso: secondo i loro calcoli, il mondo era stato creato il 7 ottobre del 3761 a.C. Qualcuno azzardò anche una data più indietro nel tempo: il 5509 a.C. Fatto sta che la data di Ussher è oggi quella più accettata dai creazionisti, un gruppo di fondamentalisti cristiani degli Stati Uniti d’America che ancora oggi rifiutano le teorie darwiniane e le evidenze geologiche di un’origine del mondo datata oltre quattro miliardi di anni fa.
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