Nuova transizione
Se una data era da stabilire, nel lungo e incerto calendario della transizione italiana, per fissare la fine della Seconda Repubblica, ieri, 20 dicembre 2011, Napolitano l’ha segnata. Anche se non lo ha detto esplicitamente, il senso del suo discorso di auguri alle maggiori autorità istituzionali e politiche era questo. A poco più di un mese dalla nascita del governo Monti, il Presidente, con la severità che si richiede in certi momenti, ha voluto spiegare che non siamo di fronte a un passaggio contingente, a una parentesi che presto si chiuderà per tornare all’epoca precedente. L’opera di risanamento è appena iniziata e non dovrà riguardare soltanto i conti pubblici e le riforme economiche necessarie per restare in Europa. La sfida che il Capo dello Stato ha riproposto ai partiti è quella che aveva lanciato all’inizio del suo mandato: cambiare la Costituzione, le regole, il sistema politico, uscire per sempre dal ventennio degli scontri gridaioli e della paralisi reciproca degli schieramenti avversari, per inaugurare nella prossima legislatura una vera alternanza, più simile a quelle che funzionano da tempo in molti paesi europei.
Continua a leggere su La Stampa.it