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Gli indignados tornano in piazza

di Francesco Toniarini

Dopo il blitz di domenica che ha bloccato il centro della Capitale gli indignati italiani rilanciano la loro azione e fanno un primo bilancio di quanto ottenuto con la loro mobilitazione. Uno di loro, Renzo, giovane precario della comunicazione, parla con noi e ci racconta come il successo mediatico del fenomeno ‘Occupy’ gli ricordi quello del movimento pacifista contro la guerra in Iraq che venne definito dal New York Times dopo le manifestazioni per la pace del 15 febbraio 2003 in tutto il mondo, “la seconda superpotenza mondiale”. I temi sono quelli che hanno portato questi ragazzi in piazza e nelle tende nelle metropoli del mondo. Quelli di un’alternativa alla politica e alla finanza che secondo loro “hanno fallito e non sono in grado di risolvere la crisi che di fatto ricade sulle spalle delle classi più deboli”, ci dice Renzo.
“Non è semplice – spiega – realizzare un progetto come il nostro. In Egitto, ad esempio, il movimento ha ottenuto una visibilità enorme ma purtroppo non è concesso a chi chiede il cambiamento di poterlo compiere. Ma questa per noi non è una sconfitta. Dal movimento ‘Occupy’ e dalle ‘accampate’ in giro per Roma può prendere forma qualcosa di più grande come stanno dimostrando ad esempio le ultime due occupazioni di edifici a Roma (Teatro Valle e Cinema Palazzo) da parte dei precari della cultura e dello spettacolo. Abbiamo assistito – spiega Renzo – ad una mutazione del nostro movimento a livello globale. Da una prima fase di lotta nelle piazze a una seconda di occupazione degli edifici. In Italia quest’ultima ha una storia molto importante nella lotta per i diritti sociali. (Si pensi alle occupazioni dei palazzi in costruzione a Roma negli anni 70 per la realizzazione delle scuole pubbliche nei quartieri, ndr). In quest’ottica l’occupazione del Teatro Valle e del Cinema Palazzo sono una prova di come questa forma di protesta possa di fatto portare ad una vera alternativa tra un welfare state pubblico in dismissione e un privato commercializzato”.
Le proposte, poi , forse quelle che più a fatica trovano spazio sui mezzi di comunicazione, “ci sono”, ci dice Renzo. “Abbiamo soluzioni che in altri paesi sono già una realtà. In Spagna, ad esempio, medici e personale sanitario precario hanno riportato in vita un ospedale pubblico dismesso che autogestiscono da mesi; una storia simile a quella dei lavoratori dell’INNSE-Presse – ricorda Renzo –, fabbrica vicino Milano che gli operai hanno autogestito fino a quando le forze dell’ordine non sono intervenute ma dei quali si è parlato solo in relazione alle forme di protesta eclatanti (cinque lavoratori sulla gru per giorni). E proprio la riforma del mercato del lavoro e quella degli ammortizzatori sociali sono i temi che riporteranno in piazza i Draghi ribelli nel 2012.

 

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