Senza attenuanti
Stavolta non c’è l’attenuante di un cataclisma naturale o, come usa dire, di una tragica fatalità. Di tragico, oltre alla morte di tante persone, c’è la sconcertante sequenza di leggerezze, di manifestazioni di incompetenza, di fatuità, di irresponsabilità, di viltà che, tutte, richiedono una severità senza indulgenze per chi si è macchiato di comportamenti così folli. E resta il senso di assoluta insicurezza alimentato dalla certezza che troppi imperdonabili errori potevano essere evitati per non permettere un disastro così inaccettabile a pochi metri dall’isola del Giglio.
Ma come è possibile avvicinarsi in quel modo a un’isola? Quale vertice di assurda mancanza di conoscenza specifica del proprio mestiere può portare il comando di una nave a sbattere contro gli scogli di un’isola? E poi cercare la strada pietosa della menzogna dicendo che si trattava di scogli non rilevati sulle mappe: questo dettaglio oltrepassa davvero il senso della decenza, come se una nuvola di omertà avesse cominciato ad addensarsi per nascondere le responsabilità personali di chi comandava la nave portandola dove non doveva essere portata.
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