Liberalizzazioni, ecco il partito degli intoccabili
“In Italia c’è un partito invisibile che accomuna milioni di persone, al di là delle appartenenze politiche. È quello dei professionisti, tutelati da una sfilza di ordini”. Sono le prime parole del libro di Franco Stefanoni, I veri intoccabili. Commercialisti, avvocati, medici, notai, farmacisti. Le lobby del privilegio edito da Chiarelettere. “Un partito trasversale di formazione parlamentare che comprende politici sia di centrodestra sia di centrosinistra – spiega il giornalista a T-Mag -, spesso su fronti opposti ma uniti nel copntrastare le riforme strutturali delle professioni. Riforme che già in passato sono state rallentate, insabbiate e infine disperse”. Sì perché la metà dei componenti del Parlamento italiano è iscritta a un ordine professionale. “Stiamo parlando – prosegue Stefanoni che da anni si occupa di liberi professionisti e ordini professionali, raccontandone fatti e misfatti – di più di due milioni di persone in Italia, divise in 28 categorie: avvocati, medici, notai, ingegneri, giornalisti, farmacisti. Hanno enti previdenziali propri, un patrimonio di circa 50 miliardi di euro investiti in beni immobili e titoli finanziari. Quello degli ordini professionali è un mondo chiuso e ancora tutto da raccontare. Una macchina del privilegio, con meccanismi e regole scritte e non scritte”. Proprio per questo motivo la politica stessa ha sempre frenato il cambiamento creando una vera e propria fronda contraria alle liberalizzazioni cercando di tutelare il proprio elettorato in base alle professioni che lo compongono.
“Oggi – sottolinea Stefanoni – i partiti di centrosinistra stanno sostenendo il pacchetto di liberalizzazioni che sarà presentato dal governo Monti mentre il centrodestra, da sempre più vicino alle libere professioni, continua a mettersi di traverso”. Il primo e unico tentativo, riuscito solo in parte, di liberalizzazioni risale all’ultimo governo Prodi nel quale l’allora ministro dello Sviluppo Economico Bersani “riuscì grazie anche alle condizioni favorevoli a portare in Consiglio dei Ministri un testo che nessun altro ministro conosceva. Un vero e proprio blitz”, ricorda il giornalista.
“Quella di Monti sarà sicuramente un riforma più collegiale, ma la collegialità di per sé non basta e per un governo come l’attuale che non trova un’espressione in Parlamento non è da escludere il ricorso alla fiducia”. L’obiettivo, chiesto soprattutto dall’Europa è aumentare la concorrenza (più soggetti possono fare più cose sui vari servizi professionali) e dunque movimentare lavoro e crescita economica. Secondo Catricalà, ex presidente dell’Antitrust (istituto che da decenni chiede la liberalizzazione degli ordini), liberalizzare le professioni potrebbe portare a un aumento dell’1,5% del pil, ovvero 18 miliardi di euro nei prossimi anni. “Spero – auspica Stefanoni – che il governo riesca a non cedere completamente alle pressioni delle lobby che oggi protestano perché vedono ridotta la propria autonomia e i propri privilegi e metta mano soprattutto a quegli Ordini che spesso sono falsi custodi di una deontologia che tutela più i propri iscritti che i cittadini”.