Di chi è la colpa?
Tutti colpevoli, nessun colpevole? Nella commedia delle parti che ogni volta fa da contorno all’aumento del prezzo della benzina non si riesce mai a trovare una «pistola fumante». Neppure quando, come ieri, si arriva al livello record di 1,84 euro al litro. Gli automobilisti se la prendono con i gestori degli impianti, i benzinai danno la colpa alle compagnie petrolifere, queste ultime la scaricano sullo Stato e sulle sue tasse. È ora di spezzare questo circolo vizioso, una rete di interessi e collusioni che si è storicamente basata sull’assenza di concorrenza, e che l’Antitrust non riesce a smantellare. Senza vera competizione è difficile, se non impossibile, che gli italiani possano pagare prezzi trasparenti, come sarebbe invece loro diritto.
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