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Gelo e neve, tutti i numeri del maltempo

Per quanto Gianni Alemanno e Franco Gabrielli abbiano goduto nelle ultime ore di una sovraesposizione mediatica senza eguali, l’ondata di gelo e di maltempo che ha colpito l’Italia (e che secondo i maggiori servizi meteo proseguirà almeno fino al 14 febbraio) ha fatto più danni di quanto le polemiche a Roma farebbero pensare. Perché al di là della Capitale in tilt, i disagi causati dalla neve in tutta la penisola sono quantificabili in numeri ben più allarmanti.
In tutta Europa sono morte oltre 300 persone di cui 184 solo in Ucraina e Polonia. In Italia siamo a diciotto decessi per il freddo (anche se le stime riscontrabili sui giornali talvolta divergono). Per non parlare dei 160 mila rimasti privi di forniture elettriche. Ovvero, al buio e senza riscaldamenti per molte ore.
I treni sono rimasti bloccati per non si sa quanto tempo (emblematico il caso dei 110 passeggeri rimasti intrappolati nel tratto di soli 35 chilometri tra Roma e Avezzano). E come se non bastasse la Cia (Confederazione italiana agricoltori) ha quantificato in cento milioni di euro i danni all’agricoltura, tra campi devastati e il trasporto di latte, frutta, verdura, ortaggi e carne rimasto paralizzato. La conseguenza più ovvia, denunciata dal Codacons, è stato il vertiginoso rincaro – proprio su frutta e verdura – lievitato fino al 200%. Laddove, intendiamoci, si è stati fortunati. Il rischio che molti cittadini hanno corso, infatti, è stato quello di recarsi nei supermercati e trovare gli scaffali vuoti.
L’Italia, dunque, si è fatta trovare totalmente impreparata dinanzi ad un’emergenza peraltro annunciata da settimane. La lite a distanza tra il sindaco di Roma e il capo della Protezione civile (poi estesa al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri) è fuorviante rispetto all’entità delle carenze che il nostro Paese ha dimostrato. Parliamo di carenze ataviche, certo, che però nel lungo periodo non possono più giustificare le inadempienze degli amministratori locali. “Di fronte a uomini e donne anziani e giovani che muoiono ancora per il freddo, sento di dire che bisogna fare di più. E non solo nelle emergenze: queste persone oggi muoiono in strada per il gelo di un duro inverno, ma la loro vita è esposta quotidianamente a mille altri rischi. Serve anche maggiore solidarietà sociale e impegno dei singoli”, ha sostenuto il ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi, in un’intervista concessa a Repubblica. Più duro il commento di Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale geologi: “Se esistessero agenzie di rating per la cura del territorio saremmo stati declassati ben più di quanto avviene per la nostra economia”.

F. G.

 

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