Il crollo dei consumi
Ha ragione Charly Kupchan: «L’eventualità di un’epoca “post-occidentale”», contraddistinta dall’ascesa economica e geopolitica di potenze diverse da quelle della comunità atlantica sta alimentando un animato dibattito ricco «di riflessioni ansiose sul futuro dell’Occidente. Di fronte alla perdita della centralità dell’Occidente, la prospettiva di un suo progressivo allargamento, ovvero della trasmissione dei «valori occidentali» ai più rampanti tra gli attori emergenti (la Cina innanzitutto, ma anche la Turchia o la nuova Russia) può suonare rassicurante. In fondo essa riecheggia l’antico motto per cui «la Grecia conquistata conquistò a sua volta il rozzo vincitore», come ebbe a dire Orazio.
Una prospettiva rassicurante, quindi, eppure una prospettiva, purtroppo, irrealistica, per un Occidente che sembra intento piuttosto a «perdere i pezzi», abdicando ai suoi stessi valori, piuttosto che a espandere l’area della sua penetrazione politico-culturale.
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