Crisi diplomatiche e rapporti strategici
Era stato chiamato a risanare i conti e a varare le riforme strutturali dopo mesi di immobilismo, adesso è alle prese con due casi diplomatici di rilievo. Mario Monti – secondo le indiscrezioni dei giornali – si sarebbe infuriato con David Cameron una volta appreso telefonicamente (sull’aereo che lo stava riportando in Italia da Belgrado) dell’esito negativo del blitz delle teste di cuoio britanniche in cui sono morti l’ingegnere italiano Franco Lamolinara e l’inglese Chris McManus, rapiti in Nigeria a maggio dello scorso anno. Una nota di Palazzo Chigi ha immediatamente sottolineato che “dal momento del sequestro le autorità italiane avevano seguito la vicenda in stretto collegamento con quelle britanniche. Nelle ultime ore si è verificata un’accelerazione imprevista e, nel timore di un imminente pericolo di vita per gli ostaggi, l’operazione è stata avviata autonomamente dalle autorità nigeriane con il sostegno britannico, informandone le autorità italiane solo ad operazione avviata”. Londra ha replicato sostenendo che l’Italia era al corrente di come il blitz fosse un’opzione sul tavolo, per poi precisare – il ministro degli Esteri, William Hague – che l’operazione è stata così rapida da riuscire ad avvisare Roma quando ormai era in corso.
La vicenda avviene l’indomani di una stretta collaborazione tra Monti e Cameron in ambito comunitario. Il premier britannico, infatti, è stato l’interlocutore privilegiato di Monti riguardo le prospettive di crescita e di sviluppo da richiedere all’Ue (nella lettera inviata a Bruxelles nel mese di febbraio insieme a Olanda, Estonia, Lettonia, Finlandia, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia e Polonia) sconfessando in questo modo le politiche ultra-rigoriste di Germania e Francia.
Altra questione delicata è quella dei marò italiani detenuti in India per avere sparato il 15 febbraio contro un peschereccio uccidendo due persone. Una crisi diplomatica – della vicenda si è interessata anche l’Ue – che potrebbe incrinare i rapporti strategici e commerciali tra i due Paesi che, sebbene rappresentino circa l’1% dell’export e dell’import nazionali, stanno tuttavia registrando livelli di crescita esponenziali. Negli ultimi tempi, tra quelli europei, l’Italia – con un +10,2% – è stata nel periodo 2010/2011 il quinto fornitore. Sul fronte delle esportazioni indiane i Paesi Bassi sono al primo posto come Paese di destinazione delle sue merci. Seguono Regno Unito, Germania, Belgio, Francia e, appunto, Italia. Le esportazioni verso il nostro Paese sono aumentate del 33,8% rispetto alla media europea. In definitiva l’Italia è tra i Paesi dell’Unione il quarto partner commerciale dell’India, dopo Germania, Gran Bretagna e Belgio. Nel periodo gennaio-giugno 2011 le esportazioni italiane in India hanno registrato un incremento del 28% (dati Istat), quelle indiane in Italia sono aumentate del 39%.