Come al bar
Erano giorni che desideravo scrivere qualcosa di intelligente su Twitter, non fosse altro che in un paio di settimane l’esercizio è stato sperimentato da molti e non volevo dunque essere da meno né restare indietro. Che avessi davvero qualcosa di intelligente da dire, questo è naturalmente tutto da dimostrare. Il punto è che nel frattempo si sono susseguiti diversi avvenimenti e io ho perso l’attimo. Arrivare ultimo è un po’ come non arrivare affatto, nell’era di Twitter.
In principio ritenevo Twitter un luogo fighissimo, molto più che Facebook. Se mi si chiedesse ora cosa ne penso avrei maggiori difficoltà a rispondere. È accaduto, nel tempo, che Twitter si riempisse di persone di cui non sentivamo l’esigenza, almeno perché gli spazi mediatici di certo loro non mancano. Però era inevitabile, non potevamo pretendere il contrario e magari qualcuno se ne è anche rallegrato. Io no e questo non importa. Mio malgrado mi ritrovai nel mezzo della polemica twittereccia tra Sabina Guzzanti e Fiorello, ricordate? No? Meglio così. Alcuni giorni fa ho assistito ad uno scambio di battute poco amichevole tra Claudio Velardi e Mario Adinolfi sulle canzoni romane.
Continua a leggere su Step by Step