L’uomo delle riforme
Sono arrivati puntuali gli assassini. Hanno sacrificato un’altra volta un eminente studioso del lavoro». Iniziava così un mio breve commento sulla prima pagina di questo giornale il 20 marzo del 2002. La notizia dell’orribile fine di Marco Biagi era giunta nella serata del 19 e aveva sconvolto gli animi, scosso le coscienze, aizzati strumentalismi. Marco Biagi viveva nelle menti di tante donne e tanti uomini della Cgil, ma anche della Cisl e Uil, nonché dei militanti dei partiti di sinistra e centrosinistra, come un uomo profondamente legato ai destini e ai valori della sinistra. Certo non sensibile ad animose scommesse rivoluzionarie, ma che voleva ricalcare il passo graduale e paziente delle riforme. Un figlio della sinistra.
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