Nomine Rai, “la priorità al curriculum”
A pochi giorni dalle nomine del nuovo consiglio di amministrazione Rai e all’indomani di un’ipotesi di riforma da parte del governo Monti naufragata in poche ore contro lo scoglio della politica, il consigliere uscente Giorgio Van Straten auspica nomine trasparenti.
Consigliere Van Straten che stagione è stata quella del vostro Cda?
E’ stata una stagione difficile perchè ovviamente in molte occasioni mi sono trovato di fronte a maggioranze politicamente determinate piuttosto che legate a scelte di politica aziendale. Si sarebbe potuto fare un lavoro migliore.
Lei ritiene che la tutela del pluralismo passi attraverso nomine trasparenti e criteri di governance più autorevoli. In che modo, secondo lei, la politica complica tutto ciò?
Non credo che il problema sia escludere la politica dalla Rai. Credo però che sia necessario separare l’indirizzo e il controllo della politica dalla gestione dell’azienda. Io non disdegno che un’azienda di servizio pubblico possa avere degli indirizzi di natura politica (che di per se non è una brutta parola) ma reputo che sia fondamentale che chi poi la dirige abbia il curriculum adatto e possa farlo in piena autonomia . Ad esempio, sostengo che nel cda non ci debbano essere ex parlamentari.
Privatizzare la Rai sarebbe una soluzione in tal senso?
La totale privatizzazione è sbagliata. Considero fondamentale che in Italia ci sia un servizio pubblico radiotelevisivo. Quello che va rivisto è il controllo che il pubblico esercita. Nella mia esperienza di consigliere posso dire che ho avvertito spesso il problema della commistione di interessi. Ad esempio, di recente, nella partita legata al beauty contest delle frequenze.
Niente politici in Cda quindi potrebbe essere il punto da cui partire?
In realtà già la legge prevederebbe una cosa del genere. E se posso essere sincero mi rincresce che il Pd non abbia mai rivendicato il fatto che sia io che il mio collega Rizzo Nervo non siamo politici di professione.
Quali sono i profili che le piacerebbe vedere nel prossimo Cda?
Mi piacerebbe vedere delle persone che hanno competenze, con un alto profilo manageriale. Magari personalità che hanno costruito la loro carriera proprio all’interno dell’azienda.
Come valuta la capacità della Rai di promuovere se stessa sulla rete?
Ritengo che la rai sottoutilizzi le molteplici possibilità di broadcasting che la rete permette. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie la tv è tornata ad essere un elettrodomestico e non il totem che era un tempo. In questi anni più che mai contano i prodotti che si realizzano e ritengo che questo dia alla Rai una grandissima forza proprio perchè è un’azienda piena di contenuti, sia di alto valore storico che assolutamente attuali e innovativi. Dispiace perciò vedere come questo grande patrimonio si perda per la scarsissima capacità di comunicazione dell’azienda che non cura affatto la sua corporate reputation sul web. Posso affermare con assoluta certezza che in Rai (e anche fuori) c’è ancora chi ragiona come se esistessero solo tre canali.