I tabù superati
Dal cilindro del ministro Elsa Fornero, al round decisivo sulla riforma del mercato del lavoro, ieri sono uscite molte novità dalle quali i partiti che sostengono il governo, a cominciare dal Pd che anche ieri ha mandato segnali di forte insofferenza per l’evoluzione del confronto, è difficile che possano prendere le distanze.
È vero che sull’articolo 18, viene formalizzata la possibilità di licenziamenti economici (con indennizzi però pesanti, che vanno da un minimo di 15 sino a 27 mensilità), ma arrivano anche paletti stringenti sui licenziamenti disciplinari, col giudice che deciderà tra reintegro (nei casi più gravi) e indennizzo (anche qui con un massimo di 27 mensilità dell’ultimo stipendio ben più alto della media europea). E poi, la regola base che prevede il reintegro a fronte di licenziamenti discriminatori, viene esplicitamente estesa a tutte le imprese, anche quelle con meno di 15 dipendenti.
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