Ancora sull’orlo
Ci consideravamo in salvo e invece non lo siamo affatto. In estrema sintesi è quanto sta avvenendo in queste ore sui mercati finanziari. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi in poco tempo è risalito di 50 punti tornando a quota 340 e quel che è peggio il pendolo si è mosso con la rapidità dei giorni dell’incubo. Il vantaggio, seppur relativo, che avevamo conquistato sulla Spagna si è ridotto a 23 punti. La Borsa di Milano ieri ha lasciato sul terreno il 3,3% ed è stato il maggior ribasso europeo della giornata. Eravamo convalescenti, ci siamo descritti come guariti anzitempo e invece siamo costretti ad arrenderci alla cruda verità: siamo ancora malati. E quel che è più grave siamo ricaduti nei vecchi errori, appena il burrone ci è sembrato più lontano tutto è tornato come prima.
Abbiamo rimontato il vecchio teatrino e ognuno ha ripreso in mano quasi in automatico lo stanco copione di sempre. Il giudizio delle forze politiche si è fatto irridente nei confronti dei mercati dimenticando che abbiamo metà del nostro debito collocato all’estero e dobbiamo comunque nei prossimi mesi rinnovarlo. Il dibattito sulla riforma del lavoro è diventato rissoso e la scelta di usare lo strumento del disegno di legge è stata letta come un segno di debolezza del governo e la soluzione più favorevole alle imboscate e alle lungaggini parlamentari.
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