“La ripresa passa per le famiglie”
Che il momento non sia particolarmente felice per la tasche dei cittadini non è certo una novità. Consumi in ribasso, famiglie che fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese e pensioni a rischio. Un quadro da inferno dantesco con il quale gli italiani stanno imparando, loro malgrado, a convivere. Sull’argomento T-Mag ha raccolto il parere di Carlo Pileri, presidente dell’Adoc, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori.
Presidente Pileri, recentemente l’Istat ha rilevato un considerevole calo dei consumi nelle famiglie italiane, ennesimo dato che testimonia il difficile momento vissuto dai cittadini. Cosa può fare il governo per alleviare le sofferenze delle popolazione, specialmente delle fasce più deboli?
Sicuramente l’aumento passato (e futuro) dell’Iva, delle accise sui carburanti, dell’inflazione e delle tasse come l’Imu e l’Irpef ha comportato e comporterà un aggravio di spesa non indifferente per le famiglie, pari a circa 2500 euro l’anno per nucleo familiare. Una delle prevedibili conseguenze è stato il consistente calo dei consumi, soprattutto quelli alimentari. Crediamo, come Adoc, che il primo intervento del Governo debba concentrarsi sul fermare l’ ’emorragia verde’, i continua rialzi della benzina non pesano solo al momento del rifornimento ma incidono, a cascata, su tutti quei prodotti, come gli alimentari, ad essi collegati in quanto trasportati su gomma. In questo senso l’applicazione corretta, immediata ed estesa del pacchetto liberalizzazioni previsto, soprattutto nel settore carburanti (con possibile risparmio annuo fino a 200 euro) può rappresentare il primo passo verso una ripresa dei consumi, in grado di trainare l’economia e i bilanci degli italiani. Ad esempio, nel settore Rc Auto le liberalizzazioni potrebbero comportare un risparmio annuo di 200 euro, nel settore sanità la previsione di farmaci monodose o tarati sulla cura potrebbe comportare un risparmio annuo di 80 euro. Ma le liberalizzazioni dovranno essere solo il primo passo, la ripresa economica del Paese passa necessariamente dalla ripresa economica delle famiglie, ad oggi schiacciate dal peso di troppi aumenti e troppe imposte”.
Lo scorso anno l’Adoc puntò il dito contro gli istituti di credito, affermando che le banche non aiutano i risparmiatori, tanto che costa meno essere indebitati che tenere i soldi sul conto corrente. Oggi la situazione è ancora questa? E cosa dovrebbero fare gli istituti per facilitare l’accesso al credito a cittadini ed imprese?
Purtroppo la situazione economica degli italiani è deficitaria, basti pensare che il reddito delle famiglie italiane è calato del 2,4% rispetto al 1991, mentre il 27% delle famiglie ha debiti per oltre 43 mila euro. Come Adoc, pertanto, siamo preoccupati del crescente fenomeno del ricorso al credito al consumo e ai piccoli finanziamenti sui quali pesa il rischio della crescita degli interessi e dell’impossibilità di rispettare la scadenza delle rate da parte delle famiglie in difficoltà. Soprattutto al Sud vi sono finanziarie e simili (compro oro e banco dei pegni) che praticano tassi di interesse al di sopra dell’usura mettendo in seria difficoltà chi si rivolge ad essi come ‘l’ultima spiaggia’. L’Adoc, inoltre, si è fatta portavoce presso l’Abi della richiesta di prorogare la sospensione delle rate dei mutui fino a luglio 2012. Proroga accettata dalla stessa Associazione Bancaria, a conferma della volontà di continuare a sostenere il dialogo e la collaborazione tra banche e Associazioni dei consumatori e la rinnovata attenzione del settore a favore delle famiglie nel contesto dell’attuale crisi. Un altro passo importante sarebbe prevedere che le carte revolving rientrino nella disciplina del tasso d’usura, è una vergogna chiedere degli interessi superiori a questo tasso, come oggi accade. E’ inaccettabile che gli interessi arrivino al 22%, per di più con l’impossibilità da parte del cliente di poter aumentare l’importo della rata mensile.