Famiglie e imprese risentono della recessione in atto
I rischi per la stabilità finanziaria si sono attenuati… – La massiccia immissione di liquidità da parte della Banca centrale europea (BCE) e le misure attuate dai governi per contrastare la crisi nell’area dell’euro hanno interrotto la spirale negativa tra aumento dei rischi sovrani, difficoltà del sistema bancario e peggioramento congiunturale, che nell’ultima parte del 2011 tendeva ad assumere carattere sistemico.
…ma non sono svaniti – Le tensioni sono riemerse in aprile, segnalando l’esistenza di rischi tuttora elevati. A offuscare le prospettive economiche e finanziarie nei paesi avanzati contribuiscono i timori sui conti pubblici e sull’intensità della crescita globale. Il recente accordo per ampliare la capacità di intervento dei meccanismi intergovernativi di sostegno alle economie dell’area dell’euro in difficoltà ha mitigato ma non ha fugato le inquietudini degli investitori. Nell’area dell’euro le turbolenze sui mercati riaffiorano, con rapidità, non appena si diffondono dubbi sull’efficacia degli interventi volti a risanare le finanze pubbliche e a stimolare la crescita. Le preoccupazioni circa la profondità e la durata della fase recessiva sono acuite dai timori sulla capacità di erogare credito e sulla solidità delle banche, che stanno tuttavia rafforzando il patrimonio.
L’Italia ha fatto rilevanti progressi sul fronte delle finanze pubbliche… – In Italia le misure di consolidamento fiscale attuate dalla metà del 2011, gli interventi in materia previdenziale e i progressi nelle riforme volte a elevare il potenziale di crescita dell’economia hanno consentito di riguadagnare fiducia sulla sostenibilità dei conti pubblici. Il miglioramento registrato sul mercato del debito sovrano è significativo, anche se è stato in parte ridimensionato dalle tensioni delle scorse settimane, nate al di fuori dell’Italia. Nostre simulazioni, che ipotizzano la piena efficaciadegli interventi governativi, mostrano che il rapporto debito/PIL comincerebbe a ridursi già nel 2013anche qualora il costo del debito aumentasse e la crescita risultasse inferiore alle attese.
…ma risente del contagio e della recessione – Il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e tedeschi rimane tuttavia elevato; continua a risentiredei fattori speculativi che hanno spinto i tassi in Germania su valori eccezionalmente bassi. Nell’attuale fase di debolezza congiunturale e di volatilità dei mercati è essenziale proseguire, con rapidità e coerenza, nel vasto programma di riforme strutturali in grado di influire sulle aspettative di reddito futuro, senza le quali sarebbe più difficile rafforzare il consolidamento dei conti pubblici e cogliere le opportunità della ripresa globale.
L’indebitamento di famiglie e imprese italiane è contenuto – In Italia le condizioni finanziarie del settore privato rimangono nel complesso equilibrate. Famiglie e imprese risentono però della recessione in atto e delle tensioni nell’offerta di prestiti. Ad arginare le difficoltà contribuiscono le misure introdotte negli ultimi due anni dal Governo in favore di famiglie e imprese indebitate e gli accordi tra le associazioni di categoria di banche, imprese e consumatori. Una quota elevata delle imprese che hanno beneficiato della moratoria sui mutui è successivamente tornata a effettuare rimborsi con regolarità.
Le tensioni nelle condizioni di offerta di credito si stanno attenuando… – La contrazione dei prestiti bancari registrata nello scorcio del 2011 ha riflesso i vincoli all’offerta di credito provocati, in quella fase, dall’instabilità del mercato dei titoli pubblici: le tensioni sul fronte della liquidità delle banche che ne sono derivate hanno spinto gli intermediari a irrigidire le politiche di impiego, accentuando la decelerazione del credito dovuta al calo della domanda da parte di famiglie e imprese. La dinamica dei prestiti è condizionata anche dal peggioramento della qualità del credito.In base a segnali recenti, le tensioni nelle condizioni di offerta di credito si starebbero attenuando: i tassi sulle erogazioni alle imprese sono tornati a scendere; l’indagine trimestrale sul credito bancario in Italia (Bank Lending Survey) segnala per i primi mesi del 2012 un miglioramento dei criteri di concessione dei prestiti.
… riflettendo la riduzione del rischio di finanziamento delle banche… – Questa evoluzione riflette il calo del rischio sovrano nel primo trimestre del 2012 e soprattutto l’intervento dell’Eurosistema, che ha fortemente ridotto i rischi di finanziamento delle banche nel medio termine. Gli intermediari italiani dispongono ora di risorse liquide per fronteggiare passività in scadenza e per finanziare l’economia; la dotazione di collaterale è anch’essa assai ampia. Nell’ambito dei sondaggi condotti dalla Banca d’Italia, le maggiori banche italiane hanno manifestato l’intenzione di impiegare parte dei fondi ottenuti dalla BCE per riavviare il credito a famiglie e imprese. I miglioramenti delle condizioni di offerta potranno riflettersi, con gli usuali ritardi, sulla dinamica effettiva dei prestiti. Il cammino verso la normalizzazione dipenderà dalle condizioni del mercato dei titoli sovrani, dalla funzionalità del mercato internazionale dei capitali, dalla evoluzione congiunturale. Nostre stime indicano che la dinamica del credito dovrebbe risollevarsi nella parte finale del 2012. Il flusso di sofferenze in rapporto ai prestiti tornerebbe a ridursi nella seconda metà del 2012.
…ma è necessario riattivare i mercati della raccolta all’ingrosso – I finanziamenti della banca centrale non possono tuttavia rappresentare una fonte di provvista permanente. È essenziale che le banche mantengano l’accesso ai mercati internazionali della raccolta all’ingrosso. I segnali positivi di ripresa delle emissioni emersi nei primi mesi dell’anno si sono affievoliti con il riaccendersi delle tensioni sul debito sovrano.
L’esposizione verso i paesi in difficoltà è bassa, quella verso il debito sovrano italiano è aumentata – Il sistema bancario italiano è tra i meno esposti verso i paesi dell’area dell’euro in difficoltà, sia direttamente sia indirettamente (attraverso posizioni creditorie verso banche estere a loro volta esposte verso quei paesi). Nei primi due mesi di quest’anno le banche italiane hanno ripreso ad acquistare titoli pubblici italiani, dopo la pausa registrata nello scorcio del 2011. Quasi il 60 per cento degli acquisti ha fatto capo a banche piccole e medie, che hanno ottenuto una quota molto bassa dei finanziamenti a medio termine erogati dalla BCE.
È essenziale proseguire nel rafforzamento del patrimonio senza restringere il credito all’economia… – Il patrimonio dei principali gruppi italiani è ulteriormente cresciuto: il core tier 1 ratio è salito al 9,3 per cento. Il rafforzamento patrimoniale sta proseguendo nell’ambito dell’iniziativa della European Banking Authority, tenendo conto dell’esigenza di non limitare il credito all’economia.
…e sostenere la redditività – Le prospettive della redditività bancaria rimangono incerte. Essa trova parziale sostegno nelle più distese condizioni di raccolta; il rallentamento produttivo, se protratto, potrebbe tuttavia frenare gli impieghi e prolungare il deterioramento della qualità degli attivi. Oltre il breve termine, le banche devono proseguire l’azione volta a conseguire ulteriori, rilevanti guadagni di efficienza.
Il mercato dei titoli di Stato ha mantenuto funzionalità – Il collocamento dei titoli di Stato si è svolto con regolarità anche nel difficile contesto di fine 2011. Nel periodo gennaio-aprile 2012 il costo medio delle emissioni si è ridotto significativamente rispetto al trimestre precedente, per effetto del calo del premio per il rischio e del riequilibrio delle emissioni verso le scadenze a breve e a medio termine; la vita residua del debito (6,8 anni) rimane peraltro una delle più elevate tra i paesi dell’area dell’euro. Alla metà di aprile era già stato effettuato il 40 per cento delle emissioni totali di titoli pubblici previste per l’intero 2012. La liquidità del mercato secondario dei titoli di Stato è migliorata: i differenziali denaro-lettera si sono dimezzati rispetto ai livelli record registrati alla fine del 2011; le proposte di negoziazione sono tornate ad ampliarsi. Nella parte iniziale del 2012 i non residenti hanno continuato a effettuare disinvestimenti netti; essi hanno però ripreso, per la prima volta dopo diversi mesi, ad acquistare importi netti non trascurabili di titoli a breve termine.