Salute, Bambino Gesù: “Fegato grasso per 15% bimbi”
In un comunicato stampa diffuso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma si legge: “Fino ad oggi per valutare in un bambino la gravità di una diagnosi di fegato grasso veniva usata una tabella elaborata per l’adulto.
Grazie allo studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e pubblicato sul prestigioso Journal of Hepatology è stato finalmente elaborato un indice di gravità della malattia tarato sulle caratteristiche proprie dei piccoli pazienti migliorando in tal modo l’appropriatezza delle cure. La tabella è quindi il nuovo riferimento mondiale per diagnosticare la sindrome del fegato grasso in età pediatrica. Un parametro a disposizione della comunità medica mondiale alla stregua dei percentili e degli indici di massa corporea.
L’uso della tabella da parte dei medici combinato poi nelle situazioni più complesse con l’indagine diagnostica effettuata tramite agobiopsia epatica permette di definire – nei bambini obesi a rischio di steatoepatite – la gravità del danno epatico, consentendo di attuare le necessarie correzioni terapeutiche necessarie a risolvere o rallentare l’evoluzione del danno stesso.
Negli ultimi vent’anni il fegato grasso o steatosi epatica non alcolica (NAFLD) ha raggiunto proporzioni epidemiche anche tra i più piccoli diventando la patologia cronica del fegato di più frequente riscontro nel mondo occidentale: sono ormai numerosi gli allarmi che arrivano dalle organizzazioni mondiali deputate al controllo dello stato di salute della popolazione pediatrica, come l’Organizzazione Mondiale per la Sanità. In Italia si stima che ne sia affetto circa il 15% dei bambini.
Su scala mondiale l’eccessivo accumulo di grasso nel fegato riguarda una percentuale tra il 7% e il 17% della popolazione pediatrica sana, mentre, se si osservano i numeri della popolazione pediatrica afflitta da obesità, si raggiunge il 50%. Per quanto riguarda l’Europa, con i suoi 11 milioni di bambini in sovrappeso, la steatosi epatica non alcolica colpisce circa 2,5 milioni di bambini.
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, punto di riferimento a livello internazionale per la cura dei bambini e degli adolescenti, ha già attivato il primo ambulatorio multidisciplinare in Italia dedicato alla steatosi epatica non correlata all’abuso di alcol, che ha come fine la diagnosi, la cura e il follow up di questa patologia che per numero di soggetti colpiti rappresenta a tutti gli effetti una vera pandemia. La prolungata presenza di grasso nel fegato, associata alle complicanze metaboliche, se non curata in età pediatrica, avrà conseguenze invalidanti o letali una volta raggiunti i 40-50 anni.
‘Lo studio pubblicato ha ricadute immediate e concrete, sia cliniche che diagnostiche, per tutti i bambini e gli adolescenti affetti da steatosi epatica, sia in Europa che negli Stati Uniti – spiega il dottor Valerio Nobili, responsabile di Malattie Epato-metaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù -. Lo studio è stato infatti validato anche oltreoceano. L’importanza di una diagnosi certa e il più possibile precoce per quanto riguarda il fegato grasso in età pediatrica è ancora più fondamentale se si pensa che esserne affetti può significare, per un bambino o un ragazzo, vedere le proprie aspettative di vita ridotte di 15 anni’.