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Debito pubblico e tassazione da record

di Mirko Spadoni

Continua a crescere il debito pubblico italiano che, stando ai dati forniti mercoledì dall’Eurostat, nel secondo trimestre del 2012 si è attestato al 126,1% del Pil. E a questo ulteriore aumento corrisponde anche un nuovo record. Nei primi tre mesi di quest’anno, infatti, il debito pubblico del nostro Paese aveva raggiunto quota 123,7%, per quello che era, fino a tre mesi fa, la percentuale più alta mai registrata dal 1995, ovvero quando era a quota 120,9% del Pil.
Peggio dell’Italia ha fatto solo la Grecia, il cui debito è ora al 150,3%. Dietro il nostro Paese troviamo: Portogallo (117,5%), Irlanda (111,5%) e Belgio (102,5%).
Ma una volta esaminate le percentuali passiamo ad analizzare le cifre. Dalle rilevazioni fornite dall’Eurostat, il debito italiano nel secondo trimestre del 2012 è stato di 1.982.239 milioni di euro, contro i 1.954.490 del trimestre precedente e i 1.910.024 del secondo trimestre 2011.
Il debito italiano è quindi cresciuto di 2,3 punti percentuali di Pil rispetto ai tre mesi precedenti e di 4,4 rispetto al secondo trimestre 2011, quando era al 121,7%.
Da questo computo è necessario però tener conto anche di altri fattori: l’Italia ha infatti prestato a Grecia, Portogallo e Irlanda, ovvero i paesi della zona euro in maggiori difficoltà, l’equivalente dell’1,9% del Pil.
E’ necessario tenere a mente questo aspetto, perché, come ricorda l’Eurostat, il rapporto debito-Pil è calcolato sulla base della somma del Pil degli ultimi quattro trimestri. Quindi, come è evidente, sul risultato conseguito nel secondo trimestre 2012 pesa anche la dinamica negativa della crescita.
Ma i dati dell’Eurostat non sono gli unici ad essere stati riferiti nel corso della giornata di mercoledì. Le rilevazioni effettuate dall’Ocse, infatti, hanno confermato il trend psitivo del prelievo fiscale effettuato nei paesi dell’area, che nel 2011 è cresciuto in media al 34% del Pil, rispetto al 33,8% rilevato nel corso del 2010.
Nello specifico, la media italiana è nettamente superiore a quella generale. Mentre la seconda, dicevamo, si attesta al 34% del Pil, in Italia la media è pari al 42,9%. Meglio del nostro Paese ha fatto solo il Belgio.
“Questo aumento delle entrate fiscali nel 2011 sostiene gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche in molti paesi”, ha detto il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria, commentando i dati diffusi mercoledì. “Tuttavia – ha proseguito – se i paesi dell’Ocse intendono perseguire queste strategie a lungo termine con successo, l’aumento del gettito fiscale deve andare di pari passo con gli sforzi per ripristinare a lungo termine le prospettive di crescita, rafforzare l’attività economica e creare posti di lavoro”.

 

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