Soluzione di buon senso
Non sarebbe facile spiegare all’Europa, ai mercati finanziari e all’opinione pubblica italiana una crisi del governo di Mario Monti scaturita da una lite sulla data del voto in tre Regioni travolte dagli scandali. I primi ad avere qualche imbarazzo nel conferire razionalità a quella che apparirebbe una follia politica sarebbero probabilmente gli stessi partiti della maggioranza. Il sussulto muscolare, seppure in tono minore, ingigantirebbe la loro immagine di debolezza; e il distacco da una realtà tuttora in bilico, ostaggio della crisi economica.
Si coglie uno scarto vistoso e preoccupante fra una forte pressione internazionale, europea ma anche statunitense, a garantire continuità alle scelte di politica economica dell’Italia; e la disinvoltura, finora solo verbale, con la quale c’è chi ritiene di liquidare un’esperienza di governo per calcoli elettorali e puntigli contrapposti. È come se l’avvicinamento alle urne portasse all’allontanamento dalla ragionevolezza: mentre ci si aspetterebbe il contrario. Eppure, è doveroso sperare che alla fine un compromesso si trovi; e che si eviti un esito traumatico della legislatura.
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