Accordo separato
“Un accordo separato non serve a nessuno”, hanno ripetuto tutti sino all’ultimo minuto. E invece, anche se non conclamato, l’accordo sulla produttività è un accordo separato. Senza la Cgil. Il presidente del Consiglio Mario Monti non ha voluto drammatizzare la situazione ed anzi ha auspicato che ci possa essere «una evoluzione del pensiero» del sindacato guidato da Susanna Camusso.
Ma dopo settimane di trattativa a questo siamo: firmano tutte le imprese, firmano Cisl, Uil e Ugl, ma non la Cgil. Camusso attacca la «scelta politica» dell’esecutivo, parla di “strada sbagliata” perché in questo modo si rischia di abbassare i redditi da lavoro anziché aumentarli. Il premier invece si congratula per il «lavoro eccellente» fatto dalle parti sociali e dice che il documento sulla produttività è un «passo importante» per il rilancio delle imprese e la tutela dei lavoratori.
Continua a leggere su La Stampa.it