Fuori lista
Mentre le fibrillazioni nella maggioranza di governo riportano in primo piano la possibilità di un voto anticipato tra fine febbraio e marzo, al punto che il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, fa sapere che valuterà «tempi necessari e opportuni per il voto», il governo vara il decreto legislativo sulle Liste Pulite. Quello che prevede la non candidabilità, a deputato, senatore, europarlamentare, membro di governo o di giunte regionali, comunali e provinciali, di chi riceverà una condanna definitiva a pene superiori ai due anni di carcere per reati contro la pubblica amministrazione, ma anche per mafia, terrorismo, traffico di esseri umani e altri crimini gravi. Un divieto che vale anche per condanne ricevute nel passato (ma non al termine di un patteggiamento), che però ha una durata: il doppio delle pene accessorie ricevute e comunque non inferiore ai 6 anni.
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