Gli italiani e il valore della famiglia
Al netto di tante polemiche – spesso da campagna elettorale – al riguardo, la famiglia resta un valore assoluto nella vita degli italiani. Anzi, a dire il vero, per certi versi oggi lo è ancora di più. I dati del Censis confermano il trend: nel 1988 il 63,2% degli italiani dichiarava di non avere un modello a cui ispirarsi. Tale quota, ora, si è abbassata al 40,8%. In particolare il 22% degli italiani riconosce nel padre il proprio maestro (nel 1988 erano il 14,7%), mentre quasi il 13% si ispira agli insegnamenti ricevuti dalla madre (7,3%, nel 1988). I numeri emergono dall’indagine Censis presentata a Roma durante l’incontro P&G Dalla parte delle mamme – Per un Paese a misura di Famiglia.
Cosa conta davvero nella vita per gli italiani? Presto detto: oltre il 96% degli intervistati risponde la famiglia. Il 35%, inoltre, sottolinea di individuare nel padre o nella madre il proprio modello valoriale.
La fotografia del Censis tiene però conto delle dinamiche sociali attuali e non nasconde quelli che sono i fenomeni del momento. La famiglia, infatti, appare un nucleo in trasformazione. Un bambino su quattro nasce fuori dal matrimonio, sono due milioni le famiglie monogenitoriali e un milione quelle ricostituite.
In particolare, negli ultimi dieci anni, è accaduto che le coppie coniugate con figli sono diminuite di 739 mila unità (-7,8%), mentre quelle non coniugate con figli sono 274 mila in più. Sono cresciute, come già osservato, le famiglie monogenitoriali superando i 2 milioni (+18,7%), soprattutto composte da madri sole, non vedove, aumentate del 78% (vale a dire oltre il milione).
Nello stesso lampo di tempo si è registrato un incremento delle unioni libere che, inclusi i figli, contano 2,5 milioni di italiani. Fa il paio con precedenti statistiche (si pensi al Rapporto sulla coesione sociale dell’Istat), l’istituto del matrimonio che in oltre un caso su tre (37,3%) si conclude con la separazione.
Mutano infine i ruoli, nonché talvolta gli status, all’interno dei nuclei familiari. È sempre più frequente, ad esempio, il caso in cui è la donna ad avere un titolo di studio più prestigioso rispetto alla figura maschile. Le famiglie, infine, si rivolgono ai servizi che offrono attività extrascolastiche, soprattutto tra le discipline sportive, per la cura dei figli. Secondo i dati del Censis, il 54% dei bambini tra 6 e 10 anni svolge un’attività sportiva in modo continuativo e anche il 56% dei ragazzi tra 11 e 14 anni.