Marò, Terzi: “Non sono un capro espiatorio”
L’ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi, intervistato a Quarto Grado a chi gli chiedeva se si sentisse un capro espiatorio, ha risposto: “Assolutamente no. Mi sono preso sempre le mie responsabilità. Ho voluto, con queste dimissioni, dare un segno di fiducia, di motivazione, di forza e orgoglio ai colleghi del ministero degli Esteri, che operano in condizioni difficili. Il segno di fiducia ho voluto darlo soprattutto a coloro che mi hanno scritto una lettera, quattro ore prima dell’audizione parlamentare, in cui si dava sostegno al ministro degli Esteri. Si stigmatizzava l’inaccettabilità del cambio di rotta del Governo e si chiedeva di manifestare, con un senso di coraggio e di forza al parlamento, le proprie dimissioni.
L’economia è una parte fondamentale nelle relazioni internazionali. Io ho cercato di radicare nel Dna della diplomazia italiana la centralità dell’attività economica: ancora di più in un momento in cui dobbiamo creare impulsi di crescita per il nostro Paese. Il business è fondamentale, ma il business può servire anche come leva nella gestione di una crisi così importante.
Tuttavia sono convinto del fatto che sono talmente grandi gli interessi tra i nostri due Paesi che non si deve confondere questo problema di un conflitto di giurisdizione, sull’aspetto della lotta antipirateria, con il panorama vastissimo, la ricchezza enorme di rapporti politici, culturali, economici tra Italia e india”.