Pil in calo per il settimo trimestre
Nel primo trimestre del 2013 il Prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,3% nei confronti del primo trimestre del 2012. Confermando così un andamento che si verifica ormai da sette trimestri consecutivi e stabilendo così un record assoluto. E’ quanto spiega l’Istat nelle stime preliminari sul prodotto interno lordo italiano.
Il calo congiunturale, si legge nel resoconto, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di un aumento nel settore dell’agricoltura. Il primo trimestre del 2013 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2012. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,5%.
Anche l’Ocse qualche giorno fa, aveva rivisto al ribasso le sul Pil italiano per il 2013. L’organizzazione ha previsto una contrazione dell’1,5%, contro il -1% ipotizzato a novembre. Secondo gli analisti dunque il ritorno alla crescita non avverrà prima del 2014 (con un +0,5%). Qualche timida risposta potrebbe comunque arrivare a fine 2013. La priorità, secondo l’Ocse, rimane senza dubbio la riduzione del debito pubblico, che nel 2014 arriverà al 134%.
A proposito di debito pubblico: in una nota diffusa martedì dalla Banca d’Italia si afferma che “il debito delle Amministrazioni pubbliche aumenta di 17,1 miliardi rispetto al mese precedente attestandosi a 2.034,7 miliardi. L’aumento riflette principalmente il fabbisogno del mese di marzo (21,8 miliardi, inferiore di 3,8 rispetto a quello dello stesso mese dell’anno precedente). Tale fabbisogno, elevato per fattori stagionali, è parzialmente controbilanciato dalla diminuzione di 3,8 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a 45,9 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, rispetto a febbraio il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 16,9 miliardi, quello delle Amministrazioni locali di 0,2 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato. A marzo le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 26,0 miliardi, in diminuzione dello 0,7 per cento (0,2 miliardi) rispetto a quelle dello stesso mese del 2012 (26,2 miliardi)”.
Se l’Italia piange, il resto d’Europa non ride. Anche la Francia è entrata in recessione, registrando un ulteriore calo, come il trimestre precedente, dello 0,2% del prodotto interno lordo. Record negativo anche per quanto riguarda il potere d’acquisto delle famiglie francesi 2012: -0,9%. Rivisto al ribasso il calo dei consumi: -0,4% contro il precedente 0,1%. Cresce invece dello 0,1% il Pil della Germania.
Veniamo ora alla Grecia: Fitch, agenzia di rating, ha annunciato di aver alzato la valutazione del debito a lungo termine della Grecia da CCC a B-, come anche il debito a breve termine che pacssa da C a B. Con outlook stabile. Secondo Fitch la Grecia è riuscita a fare notevoli progressi per la riduzione dei deficit sui conti pubblici e sulle partite correnti. Difficile potrebbe essere però la ripresa dal brusco calo del prodotto interno lordo e dall’aumento drammatico della disoccupazione. La ripresa economica non sarebbe dunque ancora “materiale”.