La stretta creditizia alle imprese
Ad aprile i prestiti al settore privato hanno registrato un calo su base annua del 2,3%, contro la contrazione dell’1,7 registrata a marzo. È quanto spiega la Banca d’Italia sottolineando che il dato va scisso in due filoni: da un lato i prestiti alle famiglie, scesi dello 0,8% su base annua, e dall’altro quelli alle imprese, che nell’arco di dodici mesi hanno registrato una contrazione del 3,7%. Sono questi i sintomi di una sostanziale contrazione del credito all’economia.
Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, analizzando i dati, spiega che “il tasso di crescita dei prestiti è inversamente proporzionale al tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti”. Indebolendosi per effetto recessivo le imprese la conseguenza è indubbiamente il fallimento. Di conseguenza quest’ultimo ha effetto negativo sulle sofferenze bancarie e con effetto domino aumentano le perdite sui crediti facendo così contrarre le entrate delle aziende di credito, quei redditi quindi necessari alla crescita del capitale imprenditoriale.
Come spiegato anche da Standard & Poor’s qualche giorno fa, “nel corso del 2012 le banche hanno tagliato alle imprese italiane 44 miliardi di euro di finanziamenti. Attualmente le imprese italiane attingono poco più del 90% del loro fabbisogno finanziario di breve e lungo termine dalle banche, ma questa provvista sta diventando meno disponibile in quanto le banche italiane hanno avviato un percorso di riduzione della leva finanziaria”.
Come giustamente ricorda Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, nell’intervista a T-Mag, “il nostro tessuto industriale è composto principalmente di piccole e medie imprese. Ciò che dovrebbe interessare la classe dirigente è come salvaguardare questo patrimonio”. Tuttavia, spiega il direttore generale di Bankitalia, solo le imprese che vanno male, al contrario di quelle stabili, chiedono credito e proprio per questo le banche sono titubanti sulle erogazioni.
Tornando al settore privato: ad aprile il tasso di crescita dei depositi si è attestato al 7,1%, mentre il tasso di crescita della raccolta obbligazionaria è stato pari al -3%.
Passando invece ai tassi d’interesse erogati alle famiglie ad aprile per l’acquisto di immobili si rileva un aumento al 3,95% e un calo nelle erogazioni di credito al consumo al 9,48% contro il 9,64% registrato a marzo.
Pari invece al 4,39% (+0,3% su marzo) i tassi sui nuovi prestiti alle imprese di importo inferiore al milione di euro mentre i tassi di soglia alle impresse superiori a questa soglia hanno registrato una crescita che ha raggiunto il 3,12% contro il 2,93% del mese precedente.