A Roma si può cambiare aria
Idee nuove e buone istituzioni che siano in grado di filtrarle consentendo così alle buone idee di divenire anche buone politiche. Questa è la grande sfida che oggi si trova davanti a sé Ignazio Marino. Una sfida difficile ma al tempo stesso entusiasmante. Al centro di questa sfida Roma, una città con un incredibile bisogno di cambiamento, soprattutto se riferito ai temi dell’innovazione e della sostenibilità ambientale. Tra le buone idee, presenti con grande evidenza nel programma elettorale, energia e qualità dell’aria devono rappresentare punti centrali della prossima agenda di governo della città, proprio perché una priorità che rappresenta un simbolo del cambiamento. Cambiare aria, e non solo in senso metaforico, a Roma più che in altre città, implica, anche e soprattutto, innovare le idee e cambiare paradigma, potenziando il trasporto pubblico, ridisegnando l’uso della città, degli spazi e dell’organizzazione della vista sociale ed economica. L’allarme per le polveri sottili, il PM10, e i conseguenti blocchi del traffico o le targhe alterne non possono essere la normalità: Roma può pensare di trasformarsi in una Smart City se si dimostrerà capace di affrontare il problema con una serie di azioni che non possono più essere soltanto episodiche e frammentarie.
Per tutte queste ragioni il tema dell’energia deve diventare il cardine attorno al quale far ruotare le strategie di sviluppo e di innovazione della città, coinvolgendo cittadini e imprese, dando slancio alla capacità di creare innovazione tecnologica, grazie alla presenza di Università e di centri di ricerca, superando una logica settoriale che porta a vedere i problemi non correlati tra loro, perseguendo una visione che porta l’ambiente a essere un problema piuttosto che un’opportunità.
Serve innestare un cambiamento forte, capace di innovare e trasformare gli strumenti di governo della città, con l’avvio di un Piano di azione per la qualità dell’Aria, con l’individuazione di priorità a breve e a lungo periodo: un’esigenza che non può essere trascurata proprio perché consentirebbe, a Roma, di collocarsi tra le città europee che sono impegnate nel costruire il futuro con progetti e investimenti che sono legati all’idea stessa di sviluppo sostenibile indicato dalla strategia Europa 2020.
Il 2013 è stato indicato come Anno europeo dell’Aria in vista della definizione della Strategia europea, prevista per il prossimo anno: le città dovranno svolgere un ruolo importante, programmando interventi capaci di affrontare il tema dell’inquinamento, delle emissioni in atmosfera e dei riflessi che questi temi hanno sulla capacità di investire risorse per innovare e rendere competitive le aree urbane. Questo perché si riconosce il costo del non fare, considerando i danni alla salute dei cittadini e il ritardo nel cogliere le opportunità del cambiamento.
Obiettivo ultimo delle politiche deve essere l’individuo e non il prodotto. Non che quest’ultimo non sia importante ma dobbiamo ricondurlo al suo vero ruolo: strumento per migliorare il benessere degli individui. In una città dove l’individuo è l’obiettivo delle politiche risulta centrale investire nell’economia verde, nelle fonti rinnovabili come nella mobilità sostenibile per uscire da un’idea di città legata solo al prodotto fine a se stesso, per uscire da un’idea di città legata solo al grigio del cemento e dell’asfalto: questo il senso della sfida che Roma deve essere in grado di mettere in campo oggi, nel 2013, per costruire il futuro di una città innovativa, inclusiva e sostenibile.
Molto vero, ragione per cui ho scritto, mi hai letto e indirizzato un invito… A fare cosa?
Genericamente parlare serve a niente a quasi, i fatti sono inviti a riunoni, planning, valutazioni (anche errate possono servire) ma non basta un articolo su una rivista. Se interessa il mio supporto mi aspetto qualcosa di più
Ciao e grazie