Il governo Letta incassa la fiducia
Con 235 sì, 70 no e un astenuto (14 gli assenti), il governo Letta ha incassato il sì dell’Aula del Senato. Il premier si era presentato nella mattinata di mercoledì al Senato per la fiducia sulla base di un discorso programmatico dopo gli strappi politici degli ultimi giorni con le dimissioni dei ministri del Pdl, rientrate martedì dopo una giornata di fitti colloqui tra i protagonisti. Fino all’ultimo è stato un susseguirsi di colpi di scena. La spaccatura all’interno del Pdl tra i “dissidenti” favorevoli al prosieguo dell’azione di governo e i falchi contrari, è stata infine sedata dallo stesso Berlusconi, ma non senza qualche strascico data la formazione – sembra cosa certa – di nuovi gruppi parlamentari in seno al centrodestra. Nella serata è giunto anche il sì della Camera con 435 sì e 162 no.
“L’economia – è stata la riflessione di Letta a Palazzo Madama – si è stabilizzata e va verso la ripresa abbiamo alle spalle un incubo, una crisi che ha fatto perdere al Paese più di otto punti di Pil e un milione di posti di lavoro, un cataclisma per l’economia e per la società che ha portato alla disperazione le famiglie e i cittadini. È su di loro che si possono abbattere le conseguenze di una crisi del governo”.
Il ragionamento del presidente del Consiglio prosegue su questa linea: “L’Italia corre un rischio fatale, irreparabile. Cogliamo o non cogliamo l’attimo dipende da noi. Da un sì o da un no. Gli italiani ci urlano che non ne possono più delle messe in scena da sangue e arena. Il governo, questo governo in particolare, può continuare a vivere solo se è convincente. Per questo serve un nuovo patto focalizzato sui problemi delle famiglie e dei cittadini. Tutto il resto, le polemiche quotidiane e minacce tossiche, generano il caos e smarrimento, tanto più in una stagione complessa e delicata come quella attuale. L’Italia cambia se siamo solidi al punto da non temere che l’incontro con l’avversario sporchi o annacqui la nostra reputazione. Io stesso sono in grado di testimoniare la passione che alberga in tutti i settori della politica italiana. Settori che non sono il mio, ma che hanno dato testimonianza di vitalità. Solo chi non ha le spalle larghe finisce per essere ostaggio della paura del dialogo. Il governo che guido è nato in Parlamento, davanti a tutti gli italiani. Se deve morire deve morire in Parlamento, alla luce del sole”.
Silvio Berlusconi ha dunque preso la parola in Aula annunciando a sorpresa la fiducia al governo Letta, contrariamente a quanto trapelato in un primo momento.
All’inizio della giornata sembrava che gli esponenti del Pdl, esclusi i dissidenti, avessero deciso per il voto compatto contro l’esecutivo. Ma Berlusconi, con il suo intervento, ha smentito tutti. “Mettendo insieme le aspettative e il fatto che l’Italia ha bisogno di un governo che produca riforme istituzionali e strutturali abbiamo deciso, non senza interno travaglio, per il voto di fiducia”, ha dichiarato l’ex premier.
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