Il lavoro secondo i giovani italiani
La crisi economica ha peggiorato le opportunità dei giovani di trovare un lavoro, compromettendo anche le possibilità di realizzare le condizioni per conquistare dignitosamente una propria autonomia formando un nucleo familiare. Non è una novità che l’Italia faccia parte di quei paesi con il più basso tasso di occupazione giovanile. Secondo le informazioni raccolte dall’Istituto Toniolo e Ipsos nel Rapporto Giovani i ragazzi invece che abbattersi cercano di resistere e di adattarsi alle condizioni che il mercato lavorativo offre. Rinunciando, il più delle volte, ai propri sogni e alle proprie vocazioni.
Tra i giovani occupati, infatti, solo il 20% si dice pienamente soddisfatto dell’attuale impiego, contro oltre il 25% che si dichiara poco o per nulla soddisfatto. Una percentuale, quest’ultima, che nel mezzogiorno supera il 30%. Circa un giovane su due si accontenta di un salario più basso rispetto a quanto ritene effettivamente adeguato mentre il 47% ha scelto di adeguarsi ad un impiego lontano dal proprio percorso di studi: solo il 33% dei laureati afferma, infatti, di svolgere un lavoro in linea con quanto affrontato durante la carriera accademica. Il 55% dei giovani di età compresa tra i 18 ed i 29 anni non è soddisfatto della propria situazione finanziaria, un pensiero condiviso anche dal 52% dei laureati. Prendendo in esame i giovani con almeno un lavoro alle spalle, la causa principale della perdita del primo impiego risiede nella scadenza del contratto, per il 46,1% dei casi. Solo il 15% dichiara di aver lasciato il primo lavoro perché insoddisfatto delle mansioni. Nel 35% dei casi i giovani hanno dichiarato di aver lasciato il lavoro perché attratti da una seconda chance. Altra strada scelta dai giovani, oltre all’adattamento, è l’allontanarsi dai propri confini nazionali: il 48,9% dei giovani si dice infatti pronto ad una “fuga all’estero” per cercare un lavoro più consno alle propeie aspirazioni. Non è disposto ad allontanarsi meno del 20% degli intervistati. Stando alla ripartizione territoriale risultano i giovani del nord, il 52%. Per lo più è una scelta adottata dai maschi.
Come cercano lavoro i giovani? Nel 70% dei casi attraverso il classico invio del “curriculum vitae”. C’è però una buona fascia, il 53%, che dichiara di cercare un impiego direttamente nella Rete, attraverso siti specializzati. Il web risulta quindi più importante per la ricerca di lavoro che le classiche Agenzie, utilizzate nel 36% dei casi. Ancora rilevante lo sfruttamento di conoscenze, a cui farà ricorso il 40% del campione. Meno utilizzate le inserzioni sui giornali cartacei che scendono al 30%. Prendendo in esame i laureati risulta che la scelta di un’Agenzia per l’impiego si attesta al 28% mentre il ricorso ad una conoscenza rimane stabile al 40% e sale al 43% l’inserzione sul giornale. Vola la scelta del web, utilizzato nel 79% dei casi, rimanendo tuttavia al di sotto di quanti scelgono l’autocandidatura presso le aziende: l’87%.
Decisamente diversa la questione dei neet, i giovani che non lavorano né studiano. Sono il 20% degli under 30 e risultano più pessimisti e scoraggiati rispetto ai loro coetanei: vedono il futuro pieno di rischi ed incognite e sono meno in grado di progettare positivamente il proprio futuro. Questo sentimento è molto più presente tra i giovani con un titolo di studio basso. Sono considerati neet il 46% dei non laureati contro il 21,5% dei giovani con un titolo di studio oltre il diploma di licenza superiore.
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