Tutti i numeri della crisi in Italia
Il 93% degli italiani giudica negativamente l’attuale situazione economica del Paese. Questo è quanto emerge dal monitor economico di Tecnè per TGCOM24. Solo il 7% esprime un parere positivo. Le percentuali subiscono una variazione nel momento in cui agli intervistati è stato chiesto di esprimere un giudizio sulla situazione economica dell’Italia tra 12 mesi: il 62% sostiene che sarà peggiore, il restante 38% crede possa migliorare. Il discorso non cambia di molto nel momento in cui agli intervistati viene chiesto di giudicare la situazione economica della propria famiglia: il 94% esprime un parere negativo sulla situazione attuale, mentre solo il 6% la reputa positiva. E tra un anno? Per il 71% la situazione sarà peggiore, il 29% è ottimista e crede che possa migliorare. Negli ultimi 12 mesi, è crollata del 10% la percentuale degli italiani che hanno dichiarato di non dover fare i conti con “nessuna difficoltà economica”, ora al 31%. Il 37% (+4%) fatica ad arrivare alla fine del mese. Mentre il 32% è in difficoltà economica, il 6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le crescenti difficoltà economiche hanno costretto così molti italiani (l’82%) ha ridurre la quantità o ad acquistare prodotti di qualità inferiore, il restante 18% ha ammesso di aver comprato tutti i prodotti di cui aveva bisogno come 12 mesi fa.
Il 56% (ovvero il 16% in più rispetto a dodici mesi fa) ha ridotto le spese per l’acquisto di prodotti tecnologici. L’88% (+24%) ha ridotto le spese dedicate al tempo libero, ristoranti, palestra e cinema. Aumenta anche la percentuale (+12%) di chi ha deciso di ridurre le spese per la salute (analisi cliniche, dentista, visite specialistiche ecc.), attualmente a quota 42%, e di chi ha ridotto le spese per la cultura, la formazione e lo studio, ora al 35% (+11% rispetto a dodici mesi fa). Leggendo i dati raccolti nel corso della rilevazione, emerge come – nell’ultimo anno – molti italiani hanno ridotto o hanno scelto una qualità inferiore di molti alimenti acquistati settimanalmente. Il 40% (+11%) ha dichiarato di aver rinunciato al pesce, il 39% (+11%) agli insaccati e stagionati e il 32% (+10%) alla carne. Inferiore la percentuale degli italiani che ha ammesso di aver rinunciato alla pasta (il 13%), al latte (13%) e al pane (12%). In aumento per tutti e tre i casi del 7%. Nonostante tutto questo, una volta affrontata la spesa settimanale, il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato i risparmi, il 56% è riuscito a mantenere le entrate e le uscite in equilibrio. Solo il 14% è riuscito a risparmiare.
Il sondaggio è stato effettuato il 18 febbraio 2014 con metodo Cati su un campione probabilistico articolato per sesso, età, area geografica, ampiezza centri con ponderazione all’universo sociodemografico composto da 1.000 intervistati. Margine d’errore +/- 3,1%.
Sfoglia in pdf il monitor socioeconomico di Tecnè
