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Crolla il reddito delle famiglie italiane

tasche-vuote-mega800La stretta sui redditi italiani è tra le più significative tra i paesi dell’area Ocse. Una stretta che nel 2012 si è tradotta in un calo di circa 2.400 euro pro capite rispetto al 2008, arrivando ad un reddito annuo pro capite di 16.200 euro.
Stando ai dati riportati dall’Ocse nel Rapporto Uno sguardo sulla società la riduzione media nell’area è stata di 1.100 euro, un dato che fa occupare all’Italia il ventesimo posto su 34.
Di pari passo è aumentato il numero di italiani che dichiara di non avere abbastanza soldi per acquistare il cibo. Mentre la media dell’area si attesta all’11,5%, in Italia si è passati dal 9,5% del periodo pre crisi al 13,2% odierno. Una conseguenza della contrazione riscontrata dal 10% più povero della popolazione, ha visto scendere il reddito medio pro capite dai 6.700 del periodo antecedente la crisi ai 5,600 euro dell’ultima rilevazione (il paradosso -12% nel periodo 2008-2010, contro il -2% registrato dal 10% più ricco). La media europea è invece di 7.700 dollari e quella Ocse di 7.100.
Stessa tendenza anche per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, cresciuto di oltre sei punti percentuali tra il 2007 ed il 2013 (circa 5.100 disoccupati in più a settimana), e la disoccupazione giovanile che ha superato il 40%. Tra il periodo pre-crisi e le ultime rilevazioni è cresciuto in maniera sostanziale anche il numero dei Neet, passato dal 16,3% al 21,4%. Con il 55% il dato italiano è il quarto più basso dell’area Ocse.
Per fenomeni come quelli elencati finora l’Ocse punta il dito contro il sistema previdenziale italiano, ritenuto “scarsamente preparato ad affrontare un forte aumento della disoccupazione, soprattutto di lungo periodo, e della povertà”. La spesa del sistema previdenziale italiano nei confronti dei cittadini in età lavorativa (come assegni di disoccupazione e sussidi alle famiglie) è inferiore di un terzo rispetto alla media dei Paesi Ocse.
Per questo l’Organizzazione, pur complimentandosi con le prime misure del governo Renzi, sottolinea l’importanza di prestare maggior sostegno ai gruppi più vulnerabili garantendo un sistema di protezione sociale mirato a debellare le disuguaglianze.

 

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