Gli italiani tra paure e incertezze
Crescono leggermente i giudizi positivi sulla situazione economica – attuale e futura – dell’Italia. Mentre solo il 19% dei lavoratori dipendenti si dice “sicuro” del proprio posto di lavoro. Questo è quanto emerge dal monitor economico Tecnè per TGCOM24, secondo cui il 9% degli italiani (+1% rispetto alla precedente rilevazione) giudica positivamente l’attuale situazione economica del Paese. Il 91% ha invece espresso un parere negativo. Ben più alta (43%) e in crescita (+2%) la quota degli intervistati che si dice convinta che la situazione sarà migliore tra 12 mesi. Le percentuali non cambiano di molto nel momento in cui è stato chiesto di esprimere un giudizio sulla situazione economica della propria famiglia: il 94% ha espresso un parere negativo, il 6% positivo. E tra dodici mesi? Il 31% ha replicato che “sarà migliore di oggi”, per il 69% “sarà peggiore”. Si rileva quindi un lieve miglioramento dovuto forse al leggero incremento (+1%) della percentuale delle famiglie che “sono riuscite a risparmiare” (14%) o ad avere “entrate e uscite in equilibrio” (57%). Il 29% (-2%) è stato invece costretto ad “usare i risparmi o contratto un debito”. Cresce dell’1% anche la quota (ora al 19%) di chi ha dichiarato di aver “acquistato tutto ciò di cui avevano bisogno come 12 mesi fa”. L’81% ha “ridotto la quantità o acquistato prodotti di qualità inferiore”. Il 60% (ovvero il 15% in più rispetto a dodici mesi fa) ha ridotto le spese per l’acquisto di prodotti tecnologici. L’89% (+15%) ha ridotto le spese dedicate al tempo libero, ristoranti, palestra e cinema. Aumenta lievemente la percentuale (+2% rispetto alla settimana precedente) di chi è riuscito a fare le spese per la salute (analisi cliniche, dentista, visite specialistiche ecc.) come in passato ora al 55%. La rilevazione certifica inoltre che molti italiani hanno ridotto, rispetto ad un anno fa, la quantità di molti alimenti acquistati settimanalmente. Il 46% (+12%) ha dichiarato di aver rinunciato al pesce, il 45% (+12%) agli insaccati e stagionati e il 37% (+12%) alla carne. Inferiore e in calo (-3%) la percentuale degli italiani che ha ammesso di aver rinunciato alla pasta (il 17%), al latte (17%) e al pane (16%). Si è ridotta di molto (-11% rispetto ad un anno fa) infatti la quota degli italiani che ammette, “in base ai consumi, al bilancio familiare e alla condizione lavorativa”, di non dover affrontare nessuna difficoltà economia, ora al 26% (in lieve miglioramento (+1%) rispetto all’ultimo monitor datato 4 aprile 2014). Cresce invece la percentuale degli intervistati che ha dichiarato di “faticare ad arrivare alla fine del mese” (+4%) e di quelli che ha ammesso di essere “in difficoltà economica” (+7%) e al momento rispettivamente al 39% e al 35%.
In conclusione e come già anticipato, il 19% dei lavoratori dipendenti si dice “sicuro” del proprio posto di lavoro. Il restante 81% si è detto invece “insicuro”.
Il sondaggio è stato effettuato l’8 aprile 2014 con metodo Cati su un campione probabilistico articolato per sesso, età, area geografica, ampiezza centri con ponderazione all’universo sociodemografico composto da 1.000 intervistati. Margine d’errore +/- 3,1%.
Sfoglia in pdf il monitor economico di Tecnè